La Seconda guerra d’indipendenza italiana viene combattuta dalle truppe franco-piemontesi contro l’impero asburgico, il principale avversario dell’unificazione italiana. Nella seconda metà dell’800 l’Italia è divisa in sette Stati dominati da diverse monarchie. La presenza austriaca sulla Lombardia e sul Veneto impedisce l’unificazione del norditalia. L’Austria, infatti, per difendere i suoi territori, si oppone fermamente alle mire espansionistiche del Piemonte, allora dominato dal regno di Sardegna. Nel 1858 Cavour, presidente del Consiglio del Regno di Sardegna dal 1852, firma con il governo francese l’Accordo di Plombières. In base agli accordi la Francia si impegna a combattere a fianco dello stato sardo nel caso di scontri con l’Austria. A partire dal 1859 il governo piemontese adotta un atteggiamento provocatorio nei confronti dell’Austria che, il 29 aprile dello stesso anno, inizia l’avanzata verso il Piemonte. L’esercito austriaco procede fino a Biella senza essere ostacolato dall’esercito nemico, accampato nei pressi di Alessandria.
L’11 maggio Gyulai, maresciallo a capo della compagine asburgica, riceve da Vienna l’ordine di fermarsi. Così facendo l’esercito austriaco lascia alla Francia il tempo necessario per organizzarsi militarmente ed accorrere in aiuto al Piemonte. Il 12 maggio Napoleone III arriva in Italia e assume il comando della situazione. La prima battaglia tra esercito franco-sardo e austriaci avviene il 20 maggio a Montebello, in provincia di Pavia. Dopo uno scontro accanito gli eserciti piemontese e francese hanno la meglio e costringono il nemico ad abbandonare il campo. L’esercito austriaco, dopo una serie di sconfitte e dopo essersi ritirato dalla città di Milano, si rifugia nel Quadrilatero, il sistema difensivo delimitato da Peschiera del Garda, Mantova, Legnago e Verona.
Il maresciallo Gyulai viene sostituito dall’imperatore Francesco Giuseppe, il quale si prepara alla rivincita. Il 24 giugno a Solferino, dopo una lotta accanita, l’esercito francese vince quello austriaco, mentre a San Martino l’esercito austriaco cade sotto l’attacco piemontese. A questo punto, inaspettatamente, Napoleone III decide di avviare le trattative di pace e l’11 luglio, presso Villafranca, viene sottoscritto l’armistizio con l’imperatore Francesco Giuseppe. Con la Seconda guerra d’indipendenza si compie la prima fase dell’unità d’Italia. Rimangono separati dal Regno d’Italia Roma, in possesso del papa, e il Veneto, ancora in mano agli austriaci.