Roma, all’epoca della sua fondazione. Due eserciti sono schierati uno di fronte all’altro. Sta per iniziare una battaglia. All’improvviso, un gruppo di donne si frappone tra le due armate. Il 21 aprile 753 a.C. è il giorno in cui, secondo la tradizione, Romolo fonda Roma. All’inizio Roma è solo un villaggio di pastori, ma è destinata a crescere in fretta. Stando a quanto racconta il mito, il primo ostacolo sulla strada di Romolo è il fatto che i suoi sudditi sono tutti uomini: a Roma non c’è neanche una donna. Senza mogli in grado di generare figli, il popolo romano è destinato ad estinguersi. Romolo escogita un piano per risolvere il problema. A Nord–Est di Roma si trova il regno dei Sabini, un popolo ricco e numeroso. Romolo invita i Sabini a una festa in onore di Nettuno, il dio del mare. I Sabini accettano l’invito: si recano a Roma insieme alle loro famiglie. Per intrattenere i suoi ospiti, Romolo organizza spettacoli e gare sportive. I Sabini sono lusingati dall’accoglienza. Non sanno di essere caduti in una trappola.
A un segnale convenuto, i romani trascinano via tutte le ragazze Sabine in età da marito, e le rinchiudono nelle case di Roma. E’ un gesto che passerà alla Storia come il ratto, cioè il rapimento, delle Sabine.
I Sabini cercano di intervenire, ma sono disarmati: i romani li mettono in fuga con facilità. Poi costringono le ragazze Sabine a sposarli. Tito Tazio, il re dei Sabini, decide che quell’offesa va lavata col sangue: comincia a radunare il suo esercito. A Roma, le ragazze Sabine scoprono che i loro nuovi mariti non sono brutali come sembrano. Al contrario, sono uomini affettuosi e pieni di attenzioni. Molte ragazze si innamorano dei loro rapitori. Alcune rimangono incinte. Nel frattempo, l’esercito di Tito Tazio marcia fino a Roma. I romani lo accolgono con le spade in pugno, pronti alla battaglia. Ma le ragazze rapite escono di casa e si dispongono tra i due eserciti. Chiedono ai Sabini e ai Romani di gettare le armi. Amano i loro padri, ma ora anche i loro mariti: non vogliono diventare orfane e vedove nello stesso giorno. Colpiti da quelle parole, i Romani e i Sabini capiscono che ormai i loro popoli sono uniti da un legame di sangue. Combattere non avrebbe senso. Il ratto delle Sabine è un episodio sospeso tra leggenda e realtà: per quanto i rapimenti di donne siano comuni in epoca antica, è probabile che i fatti non si siano svolti esattamente in questo modo. Malgrado ciò, l’episodio entra nella Storia e ispira le opere di numerosi artisti.