L'Irredentismo risorgimentale è un movimento politico-culturale. Si sviluppa tra gli anni settanta dell' '800 e la Prima guerra mondiale. Mira al completamento dell'unità d'Italia attraverso l'acquisizione dei territori italiani rimasti austriaci dopo le tre guerre d'indipendenza. Nel 1870 sono sei le aree etnicamente italiane sottoposte al controllo austriaco: il Trentino, Trieste, la Venezia Giulia, cioè una parte dell'odierno Friuli orientale, l'Istria e un tratto della Dalmazia. All'epoca sul piano diplomatico-internazionale l'Italia è priva di alleati.

Gli attriti poi con la Francia, per le rispettive mire espansionistiche nel nord-africa, spingono l'Italia a cercare un'alleanza forte. Nel 1882 infatti, Italia, Austria e Germania firmano la Triplice Alleanza. L'attività irredentista si esplica in Italia e nelle terre irredenti attraverso due vie: l'associazionismo politico-culturale e l'azione anti-austriaca. L'espressione “terre irredenti” è usata per la prima volta nel 1877 dal politico e patriota napoletano Matteo Imbriani. Questi giura sulla bara paterna che si dedicherà alla liberazione delle terre italiane soggette al dominio straniero. Imbriani fonda infatti nel 1877 “l'Associazione in pro dell'Italia irredenta”, riunendo politici ed intellettuali che sposano la causa irredentista. Nel 1882 il triestino Guglielmo Oberdan è impiccato per aver progettato un attentato all'Imperatore austriaco Francesco Giuseppe. Nel 1891 è un altro triestino, Carlo Seppenhofer, a dar vita alla Lega Nazionale. Essa è sede di dibattito e confronto per le rivendicazioni irredentiste. L'indipendenza dal giogo austriaco ne diviene presto il cavallo di battaglia.

Nel luglio 1915 scoppia la Prima guerra mondiale, l'Italia si dichiara neutrale. Gli irredentisti, guidati dal politico e giornalista trentino Cesare Battisti, propagandano a gran voce l'entrata italiana in guerra contro l'Austria al fianco della Triplice Intesa formata da Francia, Gran Bretagna e Russia. La partecipazione dell'Italia al conflitto e l'eventuale sconfitta dell'Austria comporterebbe infatti per le terre irredenti la fine del controllo austriaco. Nell'aprile 1916 l'Italia si accorda segretamente con la Triplice Intesa. In cambio di ricompense territoriali tra cui le terre irredenti, l'Italia si impegna a entrare in guerra con l'alleanza franco-russo-britannica. Nel maggio 1916 l'Italia dichiara guerra all'Austria. Lo schieramento cui fa parte l'Italia vince il conflitto. La conferenza di pace di Parigi del 1919 decreta il passaggio delle terre irredenti dall'Austria all'Italia.
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