Cassius Clay Junior nasce il 17 gennaio 1942 a Louisville, nel Kentucky, Stati Uniti. Il suo primo approccio alla boxe è casuale. A 12 anni, quando gli viene rubata la bicicletta, si rivolge al poliziotto di quartiere Joe Martin: il giovane Clay vorrebbe trovare e picchiare il ladro. Il poliziotto, che nel tempo libero allena giovani pugili, rimane colpito dalla grinta del ragazzo e decide di avviarlo alla boxe. Si mette in evidenza fin dagli esordi della sua carriera, nella categoria dilettanti. Nel 1960, a soli 18 anni, conquista a Roma l’Oro olimpico nei pesi mediomassimi. Al ritorno in patria però, dopo essere stato vittima di un episodio di razzismo, getta la medaglia nel fiume Ohio, a Louisville.

Nel 1964, da professionista, atterra Sonny Liston alla settima ripresa: Clay, a 22 anni, conquista il titolo mondiale dei pesi massimi. In questi anni consolida l’amicizia con Malcom X e, ispirato dalle sue teorie, si converte all’Islam: Cassius Clay ripudia il nome dato ai suoi avi dagli schiavisti e si ribattezza con il nome Muhammad Ali. Ali sostiene che per chi ha fede in se stesso, niente è impossibile. L’intento di “The greatest”, come si è autodefinito, è quello di diventare un modello per la sua gente, i neri, e risvegliarne le coscienze. Ali non si occupa solo di sport: naturale comunicatore, non perde occasione per esporre il suo dissenso nei confronti della guerra e del razzismo.

Nel 1967, quando arriva la chiamata alle armi, Alì non accetta di partire per il Vietnam: si rifiuta di diventare complice del “sistema” americano che da 400 anni segrega i neri. A tal proposito dichiara: "Nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro". Questo dissenso gli costa il ritiro della licenza di pugile e una condanna per diserzione. Dopo diversi anni d’inattività, Ali conquista nuovamente il titolo mondiale il 30 ottobre 1974, mettendo al tappeto George Foreman nel celebre incontro di Kinshasa, nello Zaire. Vince il terzo titolo mondiale battendo Leon Spinks a New Orleans nel 1978. Si ritira definitivamente nel 1981. Su 61 incontri Ali ha un record di 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Dopo aver chiuso la carriera agonistica il suo impegno è rivolto alla pace. Nel 1990 si reca a colloquio con Saddam Hussein, a Bagdad, per la liberazione dei soldati americani. Ali accende la fiaccola olimpica di Atlanta nel 1996: il suo fisico, colpito dal Morbo di Parkinson, si mostra al mondo. Nel 1998 Muhammad Ali è nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite. La sua storia personale, di uomo e di sportivo, ha percorso le tappe fondamentali della storia americana degli anni ’60 e ‘70.
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