Fausto Coppi, ciclista italiano, è uno dei campioni più popolari del secondo dopoguerra. Nasce il 15 settembre 1919 a Castellania, in Piemonte, da una famiglia di umili origini. Comincia a gareggiare a 18 anni. A 20 anni debutta come professionista. È un esordio ai massimi livelli. Vince il Giro d’Italia. Due anni dopo stabilisce il nuovo record dell’ora. Ma la sua carriera è interrotta dalla Seconda guerra mondiale. A 24 anni parte per il fronte, e viene fatto prigioniero dagli inglesi in Tunisia. La Guerra finisce nel 1945. Coppi, tornato in patria, riprende ad allenarsi. Dal punto di vista della preparazione atletica, Coppi è considerato il primo ciclista moderno. Segue una dieta mirata per migliorare le prestazioni e ha un medico personale che cura la sua condizione fisica. Nel dopoguerra si apre la stagione dei suoi grandi successi. Vince 2 volte il Tour de France, 3 volte la Milano-San Remo ed è il primo a vincere 5 volte il Giro di Lombardia. Inoltre, porta le sue vittorie al Giro d’Italia a un totale di 5 come Alfredo Binda. In Patria è considerato un eroe. La stampa lo definisce il Campionissimo, oppure l’Airone, per il suo fisico sottile. Negli stessi anni si accende la rivalità tra Coppi e un altro campione, Gino Bartali. Le loro sfide su strada dividono in due l’Italia. In un periodo in cui il ciclismo è lo sport più seguito, i due campioni rappresentano due diverse immagini del Paese uscito dalla guerra.
Bartali, cattolico militante legato alla Democrazia Cristiana, incarna un’Italia più tradizionale. Ha iniziato a vincere negli anni trenta, e per questo rappresenta la continuità con il passato. Coppi è più giovane, e regala i suoi maggiori successi dopo la Guerra. Le sue vittorie proiettano il Paese nel futuro. Diventa per contrasto il simbolo di un’Italia laica e moderna. La lotta tra i due atleti è accompagnata da lealtà. Una fotografia scattata durante il Tour de France del 1952 li immortala mentre si passano una borraccia per dissetarsi durante una salita. Per gli amanti del ciclismo non è importante chiarire chi dei due abbia passato la borraccia all’altro. Nella vita personale di Coppi, gli anni ’50 sono un periodo difficile. Come Bartali, anche Coppi perde il fratello ciclista: nel 1951 Serse Coppi muore in un incidente nel corso di una gara. Nel 1953, in Svizzera, Coppi vince il Campionato del mondo. All’arrivo lo aspetta una giovane donna. È Giulia Occhini. Sarà soprannominata la Dama Bianca. Coppi è già padre di famiglia. La Occhini è moglie di un medico e madre di due figli. La loro relazione, da cui nasce un figlio, è uno scandalo per la morale dell’epoca. Nel 1955 i due amanti sono processati e condannati come pubblici peccatori. Coppi esce profondamente segnato da questa vicenda. Continua a correre, ma riesce a imporsi solo in qualche gara minore. Nel dicembre 1959, durante una gara in Africa, Coppi contrae la malaria. Muore il 2 gennaio 1960 a Tortona, a soli 40 anni. Sarà ricordato come l’uomo che ha fatto sognare l’Italia per quasi 20 anni.