Alexander Litvinenko è un agente dei servizi segreti prima sovietici e poi russi. Fuggito in Occidente, muore avvelenato a Londra nel 2006. Litvinenko nasce nel 1962 a Voronež, in Russia. A 18 anni si arruola nell'esercito dell'Unione Sovietica, e presto diventa comandante. Nel 1988 entra nel KGB, il servizio segreto sovietico, e collabora con la polizia di Mosca nella lotta al crimine organizzato e al terrorismo. Con il crollo dell'Unione Sovietica, Litvinenko passa ai servizi segreti russi, e indaga sulla corruzione statale.
Nel 1998 denuncia un piano per uccidere il miliardario Boris Berezovskij, figura controversa e sospettata di legami con la mafia. Litvinenko accusa i servizi segreti, a capo dei quali c'è il futuro presidente russo Vladimir Putin. Arrestato per abuso d'ufficio, trascorre 9 mesi in carcere. Dopo una nuova condanna, fugge in Inghilterra. Le accuse ai servizi segreti si fanno più dettagliate. Litvinenko sostiene che gli attentati che hanno scosso la Russia tra agosto e settembre 1999, attribuiti a terroristi ceceni, erano invece stati ordinati dall’intelligence russa per giustificare le azioni militari in Cecenia.
In un libro del 2002, Litvinenko chiama in causa direttamente Putin, nel frattempo divenuto primo ministro. La Russia chiede che l'ex spia torni in patria per sottoporsi a una serie di processi. Ma Litvinenko si rifiuta e ottiene la cittadinanza britannica. Il primo novembre 2006 Alexander Litvinenko pranza in un sushi bar londinese in compagnia di Mario Scaramella, consulente del governo italiano. Da Scaramella, Litvinenko avrebbe ottenuto le prove del coinvolgimento del governo russo nell'omicidio della giornalista Anna Politkovskaja, critica verso Putin.
Più tardi, prende un tè all'Hotel Millennium con due suoi ex colleghi, Andrei Lugovoj e Dmitry Kovtun. Con loro c'è un terzo uomo che Litvinenko non conosce, Vyacheslav Sokolenko. Verso sera Litvinenko accusa un malore, e due giorni dopo è ricoverato in un ospedale londinese. Avvelenato dall'ingestione di polonio-210, una sostanza radioattiva, versa in gravi condizioni. In un primo momento si pensa al sushi bar. Poi le indagini si spostano sull'incontro al Millennium Hotel, ma i sospettati sono già tornati in patria.
Andrei Lugovoj è il principale indiziato. Tracce di polonio sarebbero state trovate nelle due stanze d'albergo da lui occupate. In punto di morte, Litvinenko lancia una pesante accusa contro Putin, indicato come responsabile del suo omicidio. Il 23 novembre 2006 Alexander Litvinenko muore a Londra, all'età di 44 anni. La magistratura inglese chiede l'estradizione di Lugovoj, ma il governo russo la rifiuta in quanto non prevista dalla costituzione. Pochi mesi dopo Andrei Lugovoj è eletto parlamentare russo, e ottiene l'immunità.