"La verità non è mai stata rivendicata con la violenza". Questo è uno dei principi alla base del pensiero "illuminato" di un uomo conosciuto al mondo come Mahatma, "la grande Anima", maestro morale e spirituale, padre fondatore dell’India. Nato il 2 ottobre 1869, figlio del primo ministro di Porbandar, si laurea in giurisprudenza e pratica brevemente la professione di avvocato. Durante un lungo soggiorno Sudafrica, Gandhi viene gettato fuori da un treno per aver occupato, lui uomo di colore, un posto di prima classe; gli alberghi rifiutano di dargli ospitalità e mentre cammina sul marciapiede tra i bianchi, viene brutalmente spinto sulla strada.
E’ questo episodio che segna la nascita del leader politico: da quel momento Gandhi si batterà contro la violazione dei diritti umani e anche quando aggredito rifiuterà di denunciare i suoi aggressori, sempre più convinto che la non-violenza può sconfiggere la violenza stessa. E’ sulla base di questa drammatica esperienza che Gandhi sviluppa il concetto della satyâgraha, che letteralmente significa “aderire fortemente alla verità”: per Gandhi la forza fisica è necessaria solo alle persone deboli. Perché la vera forza risiede solo nella capacità di esprimere i propri ideali.
E’ l’11 settembre 1906 quando a Johannesburg Gandhi espone per la prima volta pubblicamente la sua filosofia: ottiene subito grande seguito. Mai si oppone agli arresti. Mai si oppone alla legge. Però continua a lottare in modo non violento per la liberazione del suo Paese, l’India, dal dominio inglese. Ricorre più volte allo sciopero della fame come arma politica, rinuncia ai rapporti sessuali e spende un giorno della settimana in assoluto silenzio. Quando, nel 1947, Gandhi assiste alla proclamazione dell'indipendenza della sua patria, lo fa con dolore: non è nata la nazione indiana, liberale che lui sognava, ma due Stati: India e Pakistan. Da questo dualismo scaturirà una guerra fra hindu e musulmani, che produrrà quasi un milione di morti. Il 30 gennaio 1948, Gandhi muore di morte violenta sotto due colpi di arma da fuoco. E’ questo il destino di un uomo che ha vissuto la sua esistenza assolutizzando l’idea della non violenza.