Galeno è un medico e filosofo vissuto a Roma nel II secolo d.C. I suoi studi di anatomia, e i suoi rimedi farmacologici, saranno il principale punto di riferimento per la medicina fino all’età rinascimentale. Galeno nasce nel 129 d.C. a Pergamo, città dell’odierna Turchia, che in quest’epoca appartiene all’Impero Romano. Studia filosofia, astronomia e architettura, e poi, seguendo i desideri del padre, si dedica alla medicina. Compie viaggi a Smirne e a Corinto, per apprendere le diverse tecniche di cura. Nel 152 è ad Alessandria d’Egitto, dove impara la dissezione anatomica. Nel 157 torna a Pergamo, e assume l’incarico di medico dei gladiatori. Curando le ferite che i gladiatori si procurano durante i combattimenti, identifica per primo i sintomi e la cura delle infezioni.
Nel 162 si trasferisce a Roma, capitale dell’Impero, dove sono sorte numerose scuole per la sperimentazione di nuove cure. Nei decenni precedenti, infatti, l’imperatore Augusto ha riformato l’esercito, inserendo un medico in ogni truppa; questo ha dato grande impulso allo studio della medicina. Galeno si mette presto in luce, tenendo in pubblico le sue lezioni: seziona animali vivi, e tagliando uno a uno i fasci di nervi, mostra la funzione che ogni fascio riveste nell’animale. Nel 169 Galeno viene nominato medico militare, e in seguito l’imperatore Marco Aurelio lo sceglie come medico personale.A Galeno sono attribuite circa 500 opere in cui riporta teorie, studi e cure. Come i suoi contemporanei, ritiene che la vita sia dovuta a un principio vitale che pervade il corpo. Diversamente dai suoi colleghi, però, Galeno non crede che tale principio sia nell’aria che respiriamo, bensì nel sangue.
Dedica perciò molti studi alla circolazione sanguigna. Identifica le valvole cardiache, e intuisce che il sangue fluisce in periferia attraverso una rete di arterie. Comprende inoltre la relazione tra i reni e la produzione di urina, che all’epoca invece si ritiene prodotta dalla vescica. Nello scritto Methodus medendi descrive ben 473 composizioni farmaceutiche, alcune delle quali valide ancora oggi.