Charles Darwin è un naturalista inglese. È il padre della teoria dell’evoluzione delle specie ad opera della selezione naturale. Nasce a Shrewsbury il 12 febbraio 1809, da un’agiata famiglia borghese. Fin da ragazzo mostra un grande interesse per la natura, e colleziona insetti e minerali. Nel 1831, su suggerimento di un suo insegnante del Christ College di Cambridge, s’imbarca sul Beagle, una nave diretta verso i mari del sud per scopi scientifici. Durante la spedizione Darwin ha modo di studiare piante ed animali esotici, e di raccogliere fossili di animali estinti. Particolarmente importanti sono le sue osservazioni sulla fauna delle isole Galápagos: Darwin nota che testuggini che vivono su isole diverse hanno sia abitudini alimentari che caratteristiche fisiche differenti.
Nel 1836 torna in patria, e per 20 anni elabora la sua teoria sull’evoluzione delle specie. L’idea secondo cui la morfologia dei viventi muta nel tempo non è nuova. Già nel 1809 il naturalista francese Lamarck aveva sostenuto che, nel corso delle generazioni, le strutture degli organismi si evolvono in base al loro utilizzo. Ad esempio, secondo Lamarck, il lungo collo di una giraffa sarebbe il risultato della tendenza dei suoi antenati a protendersi verso la cima degli alberi per mangiarne le foglie. Darwin invece introduce il concetto di selezione della specie. Secondo la sua teoria i membri di una stessa specie possono presentare caratteristiche diverse e alcune di queste possono rivelarsi decisive nella lotta per la sopravvivenza. Secondo Darwin, ad esempio, le giraffe un tempo non avevano tutte il collo lungo. Quelle dotate di questa caratteristica, però, potendo mangiare le foglie che altri esemplari non riuscivano a raggiungere, avevano più cibo a disposizione. Sopravvivevano quindi più facilmente e trasmettevano questo carattere ai figli.
Sarebbe in questo modo che la natura seleziona i caratteri più adatti alla sopravvivenza, facendo evolvere le specie. Questa teoria è contenuta nelle 2 opere più importanti di Darwin: L’origine della specie, un clamoroso successo editoriale, e L’origine dell’uomo e la selezione sessuale. I due trattati suscitano un forte scalpore: Darwin non solo contraddice il racconto biblico sulla creazione, ma sostiene che l’uomo, una specie animale come le altre, si è evoluto a partire da antenati scimmieschi. La teoria darwiniana è avversata soprattutto dai religiosi, che non possono accettare l’idea che l’uomo sia solo una scimmia evoluta, e non la creatura a immagine e somiglianza di Dio. Darwin però si astiene il più possibile dalle polemiche, e continua i suoi studi, scrivendo diversi trattati di botanica. Muore a Down il 19 aprile 1882, a 73 anni, e riceve i funerali di Stato. La sua teoria resta tuttora oggetto di discussioni e controversie, non solo negli ambienti religiosi, ma anche in quelli scientifici.