Nikita Krusciov è un politico russo. Guida l’Unione Sovietica dal 1953 al 1964. Nikita Krusciov nasce il 17 aprile 1894 a Kalinovka, in Russia. A causa di difficoltà economiche interrompe presto gli studi e lavora in fabbriche e miniere, svolgendovi attività sindacale. A 24 anni si unisce ai bolscevichi, protagonisti della rivoluzione comunista del 1917 che porterà alla nascita dell’URSS, l’Unione Sovietica. Dopo aver diretto varie sezioni locali, Krusciov nel 1939 raggiunge i vertici del Partito Comunista Sovietico, il PCUS. Nel corso della seconda guerra mondiale, è tra gli organizzatori della difesa di Stalingrado dall’assedio dei nazisti. Nel 1953, dopo quasi tre decenni alla guida dell’URSS, Stalin muore. Krusciov riesce in pochi anni a prendere il potere. Il nuovo leader si impone all’attenzione del mondo durante il XX Congresso del PCUS. Il 25 febbraio 1956, in un discorso epocale, denuncia gli errori e i crimini commessi dal predecessore Stalin.
Inizia la cosiddetta destalinizzazione, che porta alla fine del culto della personalità dei leader sovietici e a parziali riforme economiche. Si avvia anche una fase più distesa nei rapporti con l’occidente, e si allentano temporaneamente le tensioni della guerra fredda che oppone USA e URSS da circa un decennio. Pochi mesi dopo il discorso al XX congresso, l’Ungheria approfitta del nuovo clima di apertura per tentare di sottrarsi al controllo sovietico. Krusciov reprime la rivolta con l’invio di carri armati. Nel 1959 le visite del vice-presidente statunitense Nixon nell’URSS e di Krusciov negli USA segnano una svolta nelle relazioni fra i due paesi. Ciò provoca la reazione dell’altro colosso comunista, la Cina, assume posizioni critiche verso l’URSS. Due anni dopo, Krusciov approva la costruzione del muro di Berlino, per impedire ai cittadini che vivono nella parte est, controllata dai sovietici, di fuggire a Occidente. Il 1962 è l’anno della crisi di Cuba. L’anno prima gli Stati Uniti hanno appoggiato un fallito tentativo di invasione dell’isola da parte di esuli cubani, che intendevano rovesciare il regime comunista. Cuba chiede protezione ai propri alleati sovietici che posizionano sull’isola missili nucleari. Ma gli USA scoprono l’installazione e ne chiedono con forza lo smantellamento.
Lo scontro fra Krusciov e il presidente statunitense Kennedy porta il mondo sull’orlo della guerra atomica. Dopo giorni di tensione, l’URSS rimuove i missili. La scelta di Krusciov è coerente con la politica di distensione, ma viene letta nel suo partito come un segno di debolezza. Il 14 ottobre 1964 è costretto a dimettersi. Gli succede Leonid Breznev. Muore l’11 settembre 1971, a 77 anni. Per il suo acceso temperamento, per le critiche a Stalin e per il dialogo con l’occidente, Krusciov è apprezzato fuori dal territorio russo. Le sue scelte non sono invece approvate dai successori, che gli negano i funerali di stato.