Il suo vero nome è Iosif Vissarionovich Dzhugashvili, ma il mondo lo conosce come Stalin: in russo, “d’acciaio.” Un soprannome che esprime la durezzadi una figura chiave del Ventesimo Secolo. Stalin nasce il 18 dicembre 1879 a Gori, in Georgia, uno degli Stati che compongono l’impero russo. In quegli anni l’impero è governato dallo zar Nicola II Romanov: operai e contadini vivono in condizioni drammatiche. Nel 1905 Stalin si avvicina alle posizioni di Lenin, capo dei bolscevichi, una fazione del Partito Operaio che crede nella rivoluzione armata. Nel 1917 i bolscevichi rovesciano lo zar Nicola II. Nel 1922 nasce l’Unione Sovietica, il primo Stato comunista della storia. Stalin viene nominato Segretario Generale del Partito di governo.
E’ l’inizio del suo cammino verso il potere indiscusso. Dopo la morte di Lenin, nel 1924, Stalin comincia a eliminare tutti i suoi avversari politici. Nel 1928 Stalin si afferma come autorità suprema del paese. Da quel momento, il destino dell’Unione Sovietica è nelle sue mani. Stalin potenzia l’agricoltura e l’industria, introducendo tecniche e mezzi moderni. Ogni risorsa viene controllata direttamente dallo Stato, che stabilisce i ritmi produttivi. Ben presto l’Unione Sovietica, che prima dell’ascesa di Stalin era povera e arretrata, si trasforma in una superpotenza economica e militare.
Ma questo sviluppo straordinario è accompagnato da una politica autoritaria e violenta. Nel 1930 Stalin espropria di tutti i loro averi circa un milione di famiglie di kulaki, cioè i contadini ricchi. Inoltre, per mantenere l’ordine, fa perseguire chi discute le posizioni del regime. Tra il 1936 e il ’39 circa 5 milioni di cittadini sovietici, accusati di essere nemici del popolo, vengono giustiziati o deportati nei gulag, i campi di lavoro forzato. L'ingranaggio repressivo si rallenta solo nel giugno del '41, quando Stalin viene coinvolto nella Seconda Guerra Mondiale: Hitler invade l’Unione Sovietica. Ora il nemico da combattere viene da fuori, è l’esercito nazista. Stalin organizza una strenua resistenza contro gli invasori.
Dopo la sconfitta di Hitler, nel 1945, l’Unione Sovietica siede al tavolo dei vincitori insieme alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. Stalin estende l’influenza sovietica su tutti i paesi dell’Europa Orientale. Nasce una contrapposizione tra Est filosovietico e Ovest filoamericano che dividerà il continente europeo per i successivi 50 anni, alimentando un conflitto sotterraneo chiamato Guerra Fredda. Stalin muore a Mosca nel 1953, a 74 anni, in circostanze mai chiarite. E’ la fine di un’esperienza politica durata 25 anni, che ha segnato la storia dell’Europa e del mondo. Pochi anni dopo l’URSS prende le distanze dal suo operato: inizia la “destalinizzazione”.