La Primavera è un dipinto a tempera su tavola, che misura 203 cm per 314. L’opera raffigura un gruppo di divinità classiche in un prato fiorito tipicamente primaverile. Le figure sono ordinate secondo un’equilibrata simmetria, che ruota intorno alla figura della dea Venere. Viene dipinta tra 1478 e 1482 da Sandro Botticelli, pittore fiorentino del Rinascimento. In questo periodo artistico la committenza smette di essere esclusivo appannaggio della Chiesa di Roma, grazie ai Signori della nuova nobiltà, rifioriscono gli ideali estetici di equilibrio e armonia propri della cultura classica greca. Si riaffermano anche i temi della mitologia greca e latina, quasi del tutto assenti nell’arte medioevale.

La Primavera ben rappresenta questa rinascita della classicità greca, sia per l’equilibrio della composizione che per il soggetto. In particolare, la Primavera di Botticelli è la prima opera moderna a raffigurare dèi pagani a grandezza naturale. L’identità del committente è dubbia. I nomi più accreditati dagli studiosi appartengono a 3 membri della famiglia più potente di Firenze, i Medici. Si tratta di Lorenzo de’ Medici, Giuliano de’ Medici e Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici. Per gli studiosi quest’ultimo sarebbe il più probabile e avrebbe commissionato l’opera in occasione delle proprie nozze.

Nella Primavera sono presenti 9 personaggi disposti quasi tutti in primo piano. A destra una figura azzurra in volo afferra una giovane dalla cui bocca escono fiori. La giovane si aggrappa a sua volta a un’altra figura femminile, che è in genere interpretata come Flora, dea dei fiori. Al centro, arretrata rispetto alle altre figure, c’è una giovane donna, con ogni probabilità la dea Venere. Sopra di lei Cupido, giovane dio dell’amore, è raffigurato con arco e freccia. Sulla sinistra, infine, ci sono 4 personaggi: 3 donne danzanti, probabilmente le Grazie, incarnazione della bellezza; e un giovane, probabilmente il dio Mercurio. Ciascun personaggio del dipinto è carico di significati allegorici e vi sono diverse teorie circa l’interpretazione e il senso generale dell’opera.

Una teoria ricollega il dipinto al mito di Flora, narrato dal poeta latino Ovidio. La fanciulla dalla cui bocca escono fiori sarebbe la ninfa Clori. Questa, dopo l’unione con il vento primaverile Zefiro, rappresentato dalla figura azzurra in volo, si tramuterebbe in Flora, il personaggio femminile a cui è aggrappata. Secondo un’altra lettura, il dipinto conterrebbe un insegnamento morale nelle figure di Mercurio e Venere. Mercurio a sinistra sarebbe il simbolo della ragione, perché con il suo bastone scaccia le nuvole, simbolo di ignoranza. Venere, vestita e immobile, sarebbe la rappresentazione dell’amore puro e casto, in contrapposizione al turbamento dei sensi evocato dal movimento delle figure del gruppo di destra. Esistono diverse altre interpretazioni, ma nessuna si è imposta definitivamente. La Primavera resta quindi profondamente enigmatica. Inizialmente l’opera viene ospitata nel palazzo fiorentino di Lorenzo di Pierfrancesco. In seguito, prima del 1550, passa nella villa medicea di Castello, vicino a Firenze, dove resta fino al 1815. La Primavera è oggi esposta al Museo degli Uffizi di Firenze.
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