Il ritratto di Papa Innocenzo X è un dipinto ad olio su tela di 1 metro e 41 cm per 1 metro e 19, realizzato da Diego Velázquez intorno al 1650. Nei primi anni di attività Velásquez si dedica alla raffigurazione di personaggi popolari; dal 1623, però, realizza dipinti di nobili e reali come ritrattista alla corte madrilena di Filippo IV. Nel1649 Velázquez parte per l’Italia, dove è già stato: soggiorna a Venezia e a Roma dove realizza Venere allo specchio e i ritratti di Juan de Pareja. Ed è proprio durante il soggiorno a Roma che il pittore spagnolo esegue anche il dipinto di Giovanni Battista Pamphilj, papa col nome di Innocenzo X. L’Innocenzo X rappresenta uno dei più alti esempi di ritrattistica di epoca barocca, ispirato ai capolavori del rinascimento veneziano, in particolare al ritratto di Papa Paolo III e i nipoti di Tiziano. Velázquez utilizza pennellate dense e cariche di colore, capaci di rendere la consistenza della materia. Nel dipinto domina il rosso: ad eccezione della veste bianca, tutto è rosso: il copricapo del Papa, la poltrona di velluto, lo sfondo e la parte del vestito che copre le spalle. Qui, con alcune pennellate più chiare, il pittore riproduce con precisione la levigatezza del tessuto. Ma la grandezza di Velázquez sta nella capacità di rendere la dimensione psicologica del Pontefice, senza soggezione nei confronti di un personaggio così autorevole. Rompe così la consuetudine di dipingere i papi avvolti da un’aura di immobile spiritualità.

L’imponente figura del pontefice è resa con grande abilità pittorica e immediatezza fotografica. Il papa, dall’aria accigliata e circospetta, posa di tre quarti; il volto è severo, il suo sguardo intelligente e vigile è rivolto verso lo spettatore. I contemporanei di Innocenzo X lo descrivono infatti come uomo ruvido, dal carattere dispotico e vendicativo. Al contrario di ogni aspettativa, però, pare che il Pontefice abbia apprezzato il realismo del ritratto, e che lo abbia commentato esclamando: “troppo vero!”. Intorno al 1950 il pittore Francis Bacon, che considera l’Innocenzo X un esempio di perfezione pittorica, realizza una serie di versioni deformate del ritratto, che diventa simbolo dell’umanità contemporanea angosciata e smarrita. Il ritratto di Innocenzo X oggi si trova a Roma, alla Galleria Doria Pamphilj.

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