Le stiratrici è un dipinto olio su tela realizzato a Parigi da Edgar Degas tra il 1884 e il 1886. Dopo un’infanzia agiata e gli studi all’École des Beaux-Arts, Degas si dedica completamente all’arte: prima al disegno, poi ai colori a olio, al pastello e, quando la vista comincia ad abbandonarlo, alla scultura. Viaggia molto in Italia, frequenta i caffè di Montmartre a Parigi, i salotti borghesi, ed espone alle mostre degli impressionisti. I suoi quadri prediligono scene ippiche, caffè-concerto, ballerine, modiste e donne alla toeletta. Negli anni’80, Degas sceglie di dipingere quadri raffiguranti scene di donne intente a sbrigare le loro attività quotidiane. Le stiratrici è una serie di quattro varianti che hanno come soggetto donne che stirano; la terza variante è la più nota. Così come il pittore Honoré Daumier, Degas ritrae la misera condizione della lavandaia andando oltre la sua immagine settecentesca, che privilegia invece l'aspetto leggero e giocoso di questo mestiere. Il quadro di Degas raffigura due donne a lavoro: una è piegata sul ferro da stiro, l’altra invece è ritratta in un momento di pausa mentre sbadiglia, si stiracchia e impugna una bottiglia di vino.

Lo schema compositivo è organizzato secondo la linea diagonale del tavolo che incrocia le linee verticali della stufa, della bottiglia e della finestra. Le stesse tonalità di blu, marrone, verde e ocra sono utilizzate sia per lo sfondo che per le figure femminili, con grande bilanciamento cromatico. Il colore è steso in modo non omogeneo e senza il consueto fondo preparatorio, tanto che la tela grezza affiora in alcuni punti con la sua consistenza ruvida e granulare. La fatica fisica e la ripetitività del lavoro sono rese attraverso il movimento contrapposto delle due donne; quasi fossero due diversi istanti nell’esecuzione di uno stesso movimento: la schiena della donna piegata sul ferro si curva in senso opposto alla figura della donna che sbadiglia. Il soggetto del quadro richiama il romanzo di Zola L'Ammazzatoio, che racconta la storia della lavandaia Gervaise. Lo stesso Zola dirà di aver descritto nel suo romanzo i dipinti di Degas. L’opera è sempre rimasta a Parigi, prima in alcune collezioni private, poi al Louvre. Dal 1986 è conservata al Musée d’Orsay.

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