Autoritratto di Giorgio de Chirico è un dipinto su tela realizzato tra il 1920 e il 1922. Misura circa 38 cm di altezza per 51 di larghezza. È uno dei molti autoritratti che l’artista esegue in questi anni. Quando dipinge quest’opera, de Chirico è già un artista affermato a livello internazionale. È noto come ideatore, teorico e principale esponente della pittura metafisica. Le opere che fanno capo a questa corrente sono dominate da atmosfere sospese ed enigmatiche. Gli oggetti, sottratti al loro contesto abituale, appaiono come una rivelazione improvvisa e sorprendente. Pur essendo dipinti in maniera realistica, sembrano perdere il loro significato ordinario e acquisire un valore poetico. Il pittore evoca così una dimensione che trascende la realtà quotidiana, e che stupisce creando effetti di spaesamento.
Nel periodo in cui realizza questo quadro, de Chirico è tornato in Italia dopo un lungo soggiorno a Parigi. Ha trascorso gli anni della prima guerra mondiale a Ferrara, e ora vive tra Firenze, Milano e Roma. Il periodo della pittura metafisica sta volgendo al termine. Come scrive nei suoi numerosi testi teorici, a cominciare da Il ritorno al mestiere, ora de Chirico sostiene la necessità di un superamento delle avanguardie, di un ritorno all’arte classica e del recupero delle tecniche pittoriche tradizionali. In questo autoritratto l’artista esibisce orgogliosamente il proprio legame con la grande arte del passato. Sullo sfondo di un’architettura dalle forme squadrate, il volto del pittore appare in una duplice rappresentazione. A destra il volto è dipinto di tre quarti, con lo sguardo rivolto all’osservatore. A sinistra, invece, un busto marmoreo riproduce il ritratto dell’artista di profilo. In primo piano, un’arancia poggia su una balaustra, elemento tipico di molti ritratti rinascimentali, che serve a inquadrare la scena e a separarla nettamente dall’osservatore. In basso a destra compare la firma del pittore, con l’indicazione in latino se ipsum, se stesso. La doppia rappresentazione, pittorica e scultorea, dello stesso volto, è ispirata a La Schiavona di Tiziano, un celebre dipinto del ‘500. Il riferimento a un capolavoro del Rinascimento nel proprio autoritratto, manifesta l’alta considerazione che de Chirico ha di sé e del suo ruolo nell’arte del Novecento. Come dichiara nel 1919, “pictor classicus sum”, “sono un pittore classico”. Questo Autoritratto di de Chirico è conservato al Toledo Museum of Art, in Ohio.