Lo scrittore latino Ovidio racconta che Venere, dea romana dell’Amore, nacque direttamente dalla schiuma dell’oceano, davanti alle coste dell’isola di Cipro. A questo mito si ispira uno dei capolavori della storia dell’arte. La Nascita di Venere è un dipinto a tempera su tela di 172 per 278 centimetri. Viene realizzato tra il 1483 e l’85 da Sandro Botticelli, uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento.Il termine “Rinascimento” indica un periodo nella storia della cultura europea a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Sono gli anni nei quali i valori del tardo Medioevo lasciano spazio a una nuova concezione dell’esistenza. Al centro del mondo non c’è più la volontà di Dio, ma la gloria dell’uomo e delle sue creazioni. Attraverso le opere degli antichi greci e latini, gli artisti e i filosofi rinascimentali riscoprono gli ideali classici di bellezza e armonia, intese come strumenti per elevare lo spirito. La culla del Rinascimento è la città di Firenze, in Italia. Firenze è governata dalla famiglia dei Medici. E’ proprio uno di loro, il banchiere Lorenzo di Pierfrancesco, che commissiona a Botticelli la Nascita di Venere.

Nel 1478 Botticelli ha già dipinto per la corte fiorentina la Primavera, una delle prime opere che catturano in modo consapevole l’essenza del Rinascimento. Allo stesso modo, la Nascita di Venere esprime il culto rinascimentale per la bellezza sublime e idealizzata. All’interno del quadro, sulla destra di Venere c’è Zefiro, il vento fecondatore, simbolo dell’amore carnale. Non a caso abbraccia una figura femminile, che forse è sua moglie Clori, o forse un altro vento, la Bora. Alla sinistra di Venere c’è una delle Ore, le ninfe che accompagnano la dea. La ninfa copre le nudità di Venere con un mantello: diventa, quindi, un simbolo di purezza dello spirito. Zefiro e la ninfa sono i lati di un triangolo, che la figura di Venere divide a metà. Così la dea forma un tramite fra amore terreno e spirituale: è la bellezza fisica che alimenta l’elevazione dell’anima. Una sintesi del pensiero rinascimentale. Ma le implicazioni filosofiche si mescolano a elementi biografici: la figura della dea è un ritratto di Simonetta Vespucci, amante di Giuliano dé Medici, cugino del committente. All’inizio la Nascita di Venere viene esposta alle pareti della Villa di Castello, la residenza di campagna della famiglia Medici, dove rimane almeno fino al 1761. Dopo quella data, il suo destino è incerto: si sa solo che in seguito viene spostata al Museo Fiorentino di Palazzo Pitti. Dal 1815 la Nascita di Venere può essere ammirata al Museo degli Uffizi di Firenze.

Join OVO
* required fields

By proceeding with the registration I declare I have read and accepted the

Join OVO
OR
SIGN UP
  •   Forgot your password?
Reset your password