Akira Kurosawa è un regista, sceneggiatore e produttore giapponese; in patria è soprannominato Tenno, cioè imperatore. Kurosawa nasce il 23 marzo 1910 a Tokyo, da una famiglia discendente da antichi samurai. Fin da ragazzo si appassiona alla letteratura, alla pittura e al teatro. Kurosawa firma la sua prima regia nel 1943 con La leggenda del grande Judo, storia di un maestro di arti marziali. Nel cinema di questi anni alterna tematiche sociali a temi più legati all’individuo; realizza L’angelo ubriaco, storia di un medico alcolizzato e di un criminale malato di tubercolosi. Il film segna l’avvio del sodalizio con l’attore Toshiro Mifune, e il riconoscimento in patria di Kurosawa come grande regista.
Il successo internazionale arriva con Rashomon, che affronta il tema della sfuggevolezza della verità: il film narra la storia di un processo in cui ogni testimone racconta la propria versione di un omicidio. Rashomon si aggiudica il Leone d’oro a Venezia. Molti sono, tra i film di Kurosawa, gli adattamenti teatrali, soprattutto da testi shakespeariani: Macbeth diventa Il trono di sangue mentre Ran è ispirato a Re Lear. Bassifondi è invece l’adattamento de L’albergo dei poveri, romanzo dello scrittore russo Gor’kij; Kurosawa ambienta la storia nel Giappone dell’800 e mette in scena un racconto corale dove alcuni emarginati abitano in una discarica. I suoi film più celebri restano però quelli legati al Giappone medievale, come I sette samurai: qui un gruppo di contadini cerca di proteggersi dai banditi, assoldando sette samurai che si sacrificheranno in difesa del villaggio. L’andamento epico del film non sfugge a Hollywood, che ne realizzerà una celebre versione western: I magnifici sette di John Sturges.
Anche La sfida del samurai avrà il suo adattamento western, questa volta per mano di Sergio Leone, che rivisita il film giapponese in Per un pugno di dollari. Kurosawa accuserà di plagio il regista italiano, e vincerà la battaglia legale. In Dodes’ka-den, Kurosawa mette in scena 8 storie di degrado sociale, una critica esplicita al Giappone contemporaneo. Il film è un fallimento, e Kurosawa tenta il suicidio. Ma per lui non è finita: gira Dersu Uzala, delicata storia sull’amicizia tra un ufficiale russo e un cacciatore solitario. Premio Oscar come miglior film straniero. Dieci anni dopo è la volta del suo più grande successo commerciale: Kagemusha, l’ombra del guerriero, Palma d’Oro a Cannes. Siamo di nuovo nel Giappone medievale, dove un principe viene sostituito da un sosia, che entrato nel personaggio del regnante, non riesce più uscirne; finirà per morire per il suo popolo. Le ultime pellicole del regista sono il visionario Sogni, film a episodi, Rapsodia in agosto, sulla memoria della bomba atomica di Nagasaki, e Madadayo - Il compleanno, film autobiografico. Kurosawa muore a Setagaya, il 6 settembre 1998, all’età di 88 anni.