Gao Xingjian è l’unico scrittore cinese ad aver vinto il premio Nobel.



Nasce il 4 gennaio 1940 a Ganzou, nella provincia cinese del Jangxi.

Il padre è funzionario di banca, la madre è un’attrice dilettante che trasmette al figlio l’amore per il teatro e la passione per la scrittura.



Gao si laurea in francese nel 1962, presso la facoltà di Lingue Straniere di Pechino.

Durante la Rivoluzione culturale del 1966, lanciata dal presidente Mao per riportare il paese a una più stretta osservanza del pensiero marxista-leninista, il governo popolare obbliga Xingjian a un cosiddetto processo “di rieducazione”, cioè un periodo di cinque anni di lavoro in campagna.



Solo dopo la morte di Mao, Xingjian, a 38 anni, comincia a pubblicare saggi critici e racconti, che mettono l’accento sulla precarietà dell’individuo schiacciato dalle convenzioni impostegli dalla società. Gli scritti di Xingjian si rivelano da subito capaci di unire tradizione cinese e sperimentalismo di matrice occidentale.



In questo periodo compie anche i suoi primi viaggi in Francia e in Italia.



Nel 1981 entra come drammaturgo al Teatro d’Arte Popolare di Pechino, che mette in scena, a partire dal 1982, alcuni testi di Xingjian: tra questi Segnale d’allarme e Fermata d’autobus, un’allegoria sull’immobilità della società cinese negli anni della Rivoluzione Culturale. Lo stile di Xingjian risente dell’influenza del Teatro dell’Assurdo di Beckett e Ionesco, le cui situazioni vengono però calate nella realtà socio-politica cinese.



Nel 1986 il suo dramma L’altra riva viene censurato, e da qui in avanti nessuna sua pièce verrà più rappresentata in Cina.



Per sottrarsi al senso di minaccia che lo opprime, Xingjian parte per un giro di dieci mesi lungo le rive del fiume Yangtze, esperienza che farà da sfondo al suo capolavoro La montagna dell’anima. Il libro è un monumentale racconto di un viaggio attraverso le montagne della Cina sud-occidentale, che intreccia autobiografia, romanzo d’avventura, e una grande quantità di notazioni botaniche, antropologiche e geografiche.



Nel 1987 Xingjian decide di stabilirsi a Parigi, ottenendo asilo politico dalla Francia.



Nel 1989, dopo i fatti di Piazza Tienanmen, scrive il dramma La fuga, provocando le ire del governo cinese, che lo dichiara “persona non grata” e vieta la pubblicazione e la diffusione delle sue opere.



Del 1998 è Il libro di un uomo solo, romanzo in cui racconta la gioventù di uno scrittore al tempo della nascita della Repubblica Popolare.



Oltre a essere romanziere, critico, traduttore, drammaturgo e regista teatrale, Xingjian è anche pittore: i suoi inchiostri sono esposti nelle gallerie di tutto il mondo.



Nel 2000 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura.

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