Piero Manzoni è un artista italiano attivo tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60. La sua breve e intensa esperienza, costellata di opere concettuali in bilico tra l’ironia e l’innovazione, ha dato vita a una delle parabole artistiche più rivoluzionarie nel panorama italiano e internazionale del secondo dopoguerra. Piero Manzoni nasce il 13 luglio 1933 a Soncino, in provincia di Cremona, da una famiglia aristocratica e cattolica, e cresce a Milano. Nel 1955 abbandona gli studi universitari per dedicarsi all’arte.
Poco dopo aver firmato il manifesto del Movimento Nucleare Contro lo stile, realizza i primi Achromes, una serie a cui lavorerà tutta la vita: tele bianche imbevute di colla, gesso o caolino, talvolta arricchite di elementi come semplici michette di pane o cotone. La sua ricerca si concentra sempre più sul tema dell’allusione e della sparizione dell’opera: linee tracciate su strisce di carta, arrotolate e chiuse in un tubo; palloncini esposti come sculture o gonfiati dall’artista, dove l’opera è il suo fiato. Con Enrico Castellani fonda la rivista e l’omonima galleria “Azimuth”, dove invita il pubblico a consumare uova sode firmate con l’impronta del suo pollice. Dal gennaio 1961 firma invece corpi umani, che diventano sculture viventi con tanto di certificato di autenticità. Un autografo o un piedistallo trasformano così, quasi per magia, un essere umano in opera d’arte.
Nell’opera più nota di Manzoni, Merda d’artista, il corpo assume il ruolo di reliquia: sigillate in 90 scatolette numerate e vendute a peso d’oro, le sue feci sono una riflessione sull’autoreferenzialità dell’opera d’arte. Il 6 febbraio 1963 muore improvvisamente d’infarto nel suo studio milanese, all’età di 29 anni. Nonostante la breve carriera, l’eredità artistica di Manzoni entra subito nel mito.
Fonti
F. Gualdoni, R. Pasqualino di Marineo, Piero Manzoni 1933-1963, catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale, 26 marzo – 2 giugno 2014 (Milano: Skira, 2014) G. L. Marcone (a cura di), Piero Manzoni. Scritti sull’arte (Milano: Abscondita, 2013) G. Celant,