Architetto, pittore, scenografo, Gian Lorenzo Bernini è uno dei maggiori scultori del ‘600 italiano. Le sue opere tendono a superare i limiti della scultura, dialogano con lo spazio architettonico e urbano, e interpretano la tendenza del periodo barocco a fondere tutte le arti. Figlio dello scultore fiorentino Pietro Bernini, Gian Lorenzo nasce a Napoli il 7 dicembre del 1598. Il padre rientra a Roma con la famiglia nel 1605 per lavorare nei cantieri di papa Paolo V Borghese; proprio in questa città Gian Lorenzo compie la sua formazione artistica studiando la scultura classica e la pittura di Caravaggio. Inizialmente allievo del padre, ne diventa poi uno dei collaboratori; la sua grande abilità nell’arte scultorea emerge fin dalle prime opere, realizzate intorno al 1615.
Tra i suoi committenti iniziali ci sono le grandi famiglie patrizie di Roma: i Borghese, i Barberini e gli Aldobrandini. Per il cardinale Scipione Borghese esegue quattro gruppi scultorei che lo tengono impegnato dal 1619 al 1625. Si tratta di Enea e Anchise, del Ratto di Proserpina, del David e di Apollo e Dafne, opere dal potente dinamismo, dall’efficace virtuosismo tecnico, e dall’espressiva rappresentazione psicologica. Successivamente Bernini viene scelto da Maffeo Barberini, il futuro papa Urbano VIII, per la realizzazione di spettacolari progetti urbanistici e architettonici a Roma. Esegue due tra i suoi capolavori: l’innovativo Baldacchino di San Pietro, con le sue colonne tortili, e l’imponente Monumento funebre di Urbano VIII, commissionato nel 1628. Nel 1629 Bernini, al culmine della fama, viene nominato architetto di San Pietro.
Quando però diventa papa Innocenzo X, la carriera di Gian Lorenzo subisce una battuta d’arresto: il suo ruolo di primo piano nel cantiere della famosa basilica è messo in discussione dal cedimento di uno dei campanili da lui stesso progettati: l’architetto preferito del nuovo papa diventa Francesco Borromini. In questi anni, nella Cappella Cornaro, Bernini inserisce L’estasi di Santa Teresa d’Avila, complesso scultoreo che spicca per il sensuale misticismo della santa, e per la suggestiva impostazione scenografica. Su commissione di Innocenzo X, negli anni a cavallo del 1650, realizza la Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona; l’opera è ricca di riferimenti allegorici e naturalistici dallo spettacolare impatto visivo, volto a suscitare meraviglia. Negli anni successivi Bernini si dedica soprattutto alla realizzazione di progetti architettonici, come il Palazzo di Montecitorio a Roma, la Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, ed è incaricato di seguire la conclusione dei lavori per l’emiciclo di piazza San Pietro: tutta la piazza è avvolta nell’abbraccio del suo colonnato. Gian Lorenzo Bernini muore il 28 novembre del 1680, all’età di quasi 82 anni.