Leonid Il'ič Brežnev è un politico russo. Guida l’Unione Sovietica dal 1964 al 1982. Leonid Breznev nasce a Kamenskoye, nell’odierna Ucraina, il 19 dicembre 1906, da una famiglia operaia. A 25 anni entra nel PCUS, il Partito comunista dell’Unione Sovietica, che governa il Paese in seguito alla rivoluzione bolscevica del 1917. Laureatosi in ingegneria metallurgica nel ‘35, nel corso degli anni Breznev ricopre incarichi sempre più importanti all’interno del partito: la sua ascesa è lenta ma inarrestabile, e nel 1960 è presidente del Soviet Supremo, il più alto organo legislativo dell’URSS.

Solo Nikita Krusciov, il segretario generale del partito, è più potente di lui. Dopo una fase di grande fedeltà al suo capo, nel 1964 Breznev si accorda con altri dirigenti comunisti, e costringe Krusciov alle dimissioni. È il 14 ottobre quando Leonid Breznev assume la leadership del partito diventando il nuovo leader dell’Unione Sovietica. In questi anni, il mondo è diviso in due blocchi: da una parte l’URSS e gli Stati comunisti dell’Europa dell’Est suoi alleati, dall’altra gli Stati Uniti e i Paesi occidentali. È la cosiddetta Guerra fredda, che dalla fine della Seconda guerra mondiale tiene il mondo in tensione.

Nel 1968 Breznev mostra al mondo la propria fermezza, inviando l’esercito a stroncare la Primavera di Praga, breve stagione in cui la Cecoslovacchia che chiede maggiore libertà e autonomia da Mosca. È la cosiddetta Dottrina Breznev, secondo la quale i sovietici hanno il diritto di intervenire militarmente nei territori degli Stati alleati, qualora ritengano che sia minacciata l’integrità del blocco socialista. Lungo i due decenni in cui sarà al potere, Breznev soffocherà ogni forma di dissenso.

Nei rapporti con i Paesi occidentali, invece, porta avanti la politica di distensione avviata dal suo predecessore Krusciov: intrattiene rapporti proficui con il cancelliere della Germania Ovest, Willy Brandt, e riallaccia i contatti con la Jugoslavia di Tito da lungo tempo interrotti. Parallelamente, incrementa l’apparato bellico. Gli investimenti in questo campo tolgono però fondi ad altri settori dell’economia, e negli anni ‘70 Breznev decide di trattare con gli statunitensi la limitazione degli armamenti nucleari.

Breznev stringe un primo accordo con il presidente degli USA Richard Nixon, e un secondo con Jimmy Carter. Questo però non entrerà mai in vigore: il 24 dicembre 1979 Breznev ordina l’invasione dell’Afghanistan, per sostenere la nascita di un governo comunista. Come ritorsione, Carter decide di non dare attuazione agli accordi già sottoscritti, e di boicottare le Olimpiadi di Mosca del 1980. Unico leader sovietico ad essere contemporaneamente capo del Paese, del partito e dell’esercito, Leonid Breznev muore a Mosca il 10 novembre 1982, all’età di 75 anni per una crisi cardiaca. Gli succede Jurij Andropov.

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