Muammar Gheddafi è un militare e politico libico.
Dal 1969 è la più importante autorità politica della Libia.
Muammar Gheddafi nasce il 7 giugno 1942 a Sirte.
Figlio di beduini, da ragazzo compie gli studi presso le scuole islamiche di Sirte e Sebha. Negli anni 60 ottiene il diploma presso l’Accademia Militare di Bengasi.
Fin da giovane si appassiona alle teorie panarabiste del presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, promotore di una grande alleanza fra tutti i popoli e gli stati arabi contro le ingerenze dei Paesi occidentali nelle loro terre.
Ispirato dalle idee di Nasser, Gheddafi matura presto un forte dissenso verso la politica filo-occidentale del re libico Idris I.
Nel settembre del 1969, decide di attuare un colpo di stato. Si pone a capo di un gruppo di ufficiali e rovescia la monarchia.
La Libia viene proclamata repubblica e Gheddafi, a soli 27 anni, diventa presidente del Consiglio.
Alla guida del Paese, Gheddafi avvia da subito una serie di riforme sociali ed economiche. Dà nuovo impulso all’edilizia pubblica, aumenta i salari minimi e impone la stretta osservanza delle regole coraniche.
Nazionalizza le numerose imprese petrolifere del Paese e fa smantellare le basi militari statunitensi e britanniche presenti sul territorio libico.
Tenta anche di far avanzare il processo di unificazione fra gli stati arabi, ma non ottiene risultati concreti. La sua intransigente opposizione all’occidente, infatti, lo allontana dagli stati arabi più moderati.
Nel 1977 modifica l’ordinamento dello Stato, che diventa una democrazia popolare diretta. Il Corano è l’unica legge dello Stato.
Due anni più tardi rinuncia a ogni carica politica ufficiale ma rimane di fatto la guida del Paese.
A partire dagli anni 80, viene accusato dagli stati Occidentali di appoggiare organizzazioni terroristiche internazionali. Per questo, nel 1986, gli Stati Uniti bombardano le città di Tripoli e Bengasi. Gheddafi rimane illeso ma perde una figlia adottiva.
I sospetti di un suo coinvolgimento in azioni terroristiche si rafforzano quando, nel 1988, un aereo della compagnia statunitense Pan-Am esplode sopra la cittadina di Lockerbie, in Scozia. I maggiori indiziati sono alcuni cittadini libici.
Gheddafi si rifiuta di consegnare i presunti terroristi alle autorità statunitensi e britanniche.
La Libia viene così colpita dalla comunità internazionale con un pesante embargo economico.
Solo nel 1998 Gheddafi acconsente al prelevamento dei sospetti, e ottiene in seguito la sospensione dell’embargo.
A partire dagli anni novanta, il leader libico ammorbidisce le proprie posizioni nei confronti dell’Occidente.
Nel 2006 ripristina le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, che tolgono la Libia dalla loro lista nera di Paesi considerati fiancheggiatori del terrorismo internazionale.
In Libia, il 15 febbraio 2011, ha inizio una guerra civile che vede scontrarsi le forze di Gheddafi contro le forze del Consiglio nazionale di transizione unite a quelle della NATO.
Il 20 ottobre 2011, due mesi dopo la caduta di Tripoli, le milizie del Consiglio nazionale di transizione conquistano Sirte e ne assumono il controllo. Poche ore dopo Muammar Gheddafi viene catturato dalle milizie e in seguito ucciso. Aveva 69 anni.