Vittorio De Sica è uno dei più importanti registi e attori italiani. È uno dei padri del cinema neorealista, il movimento nato durante la seconda guerra mondiale che focalizza la sua attenzione sulle tematiche sociali. Vittorio De Sica nasce da una famiglia borghese il 7 luglio del 1901 a Sora, in provincia di Frosinone. Dopo l’infanzia trascorsa a Napoli si trasferisce prima a Firenze e poi a Roma; si diploma in ragioneria e inizia a dedicarsi al teatro. La sua vera passione è però il cinema. Nel 1932 debutta come attore protagonista. Nella commedia Gli uomini, che mascalzoni! di Mario Camerini, regista con cui realizza anche i successivi Il signor Max e Grandi magazzini. De Sica, nella parte del conquistatore romantico, si guadagna la simpatia del grande pubblico e lancia la canzone Parlami d'amore Mariù. L’esordio di De Sica dietro la macchina da presa è nel 1940 con la commedia Rose scarlatte.
Ma è il 1944 a segnare un punto di svolta nella carriera del regista: con la triste storia de I bambini ci guardano, realizzato insieme allo sceneggiatore Cesare Zavattini, rompe con la tradizione della commedia sentimentale e anticipa la poetica neorealista di Sciuscià. Ambientato durante l’occupazione americana di Roma, Sciuscià racconta la vicenda di due bambini costretti a sopravvivere alla guerra e alla miseria facendo i lustrascarpe. La storia commuove il mondo e Hollywood lo premia con l’Oscar. Un secondo Oscar arriva con Ladri di biciclette: De Sica racconta in maniera lucida e intensa la miseria e la lotta per la sopravvivenza nell’Italia del dopoguerra. Il film diventa una pietra miliare nella storia del cinema di tutti i tempi. De Sica dirige con maestria bambini e attori non professionisti scelti tra la gente comune. La macchina da presa pedina i protagonisti nel loro quotidiano quasi come si trattasse di un film documentario. La poetica neorealista influenza anche altre due pellicole: Miracolo a Milano, favola divertente e surreale sulla ricchezza e la povertà, e Umberto D, un flop commerciale che però viene considerato da molti critici il vero capolavoro di De Sica.
Chiusa l’esperienza neorealista, De Sica torna alla commedia sia come attore sia come regista con L’oro di Napoli, Ieri, oggi e domani e Matrimonio all’italiana. Negli stessi anni gira anche il film drammatico La ciociara tratto dal romanzo di Alberto Moravia.
Il giardino dei Finzi Contini, del 1970, è l’ultima grande opera di De Sica. Il film, dai toni poetici e sommessi, racconta la vita agiata di una famiglia ebrea, e la sua tragica fine, nella Ferrara degli anni Trenta. Vittorio De Sica muore il 13 novembre 1974. Attore brillante, regista sensibile e raffinato, viene ricordato come uno dei maestri del grande cinema italiano, sia impegnato che popolare.