Cornelius Vanderbilt è il più grande magnate americano dei trasporti del XIX secolo. Di origini olandesi, nasce a Staten Island, nello stato di New York, il 27 maggio del 1794. A 11 anni, lascia la scuola e inizia a lavorare col padre, un agricoltore costretto ad andare via mare da Staten Island a New York per vendere i prodotti che coltiva. Grazie a una somma presa in prestito dalla famiglia, nel 1810 Cornelius compra la sua prima barca, e inaugura un servizio di trasporto che copre la rotta percorsa dal padre.
Nel 1812 scoppia la guerra americano-britannica, con cui gli inglesi cercano di riprendere il controllo delle loro ex-colonie americane. Vanderbilt, che ha ampliato la sua flotta, è incaricato dal governo USA di rifornire gli avamposti militari dislocati a New York. Dopo questa esperienza, diviene per tutti il Commodoro. Nel 1813 sposa Sophia Johnson, sua cugina di primo grado. Dal loro matrimonio nasceranno 13 figli. Dopo aver collaborato con l’armatore Thomas Gibbons, che trasporta passeggeri tra New Brunswick e Manhattan, nel 1829 Vanderbilt inaugura una propria compagnia di battelli a vapore, che opera lungo il fiume Hudson.
Offrendo tariffe basse e barche molto confortevoli, il Commodoro riesce a fare grandi affari, tanto da diventare presto milionario. 10 anni più tardi, la sua è una delle aziende con più dipendenti degli Stati Uniti. A partire dal 1848, inizia la corsa all’oro: migliaia di persone si mobilitano per raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti, ricca di giacimenti. Vanderbilt, che ha da poco inaugurato una nuova linea di traghetti tra New York e San Francisco, accresce ulteriormente la propria fortuna. Dagli anni '50, comincia a spostare i suoi investimenti nel trasporto su rotaia, e a partire dal 1863 diventa proprietario di due linee ferroviarie: una collega New York ad Harlem, l’altra Albany a Rochester.
Nel 1873 acquista una terza linea: le tre linee di proprietà di Vanderbilt, unificate, permettono la nascita del primo servizio ferroviario da New York a Chicago. In questi stessi anni, Vanderbilt avvia i lavori per la costruzione del Grand Central Terminal, la nuova stazione ferroviaria di New York. Migliaia di lavoratori rimasti disoccupati durante la crisi economica del 1873 trovano nuovamente un impiego. Negli ultimi anni della sua vita, Vanderbilt dona 1 milione di dollari all'Università di Nashville, nel Tennessee. In suo onore, verrà chiamata Università Vanderbilt. Ritenuto ai suoi tempi l'uomo più ricco del mondo, muore a New York, il 4 gennaio del 1877, a 82 anni. La maggior parte del suo patrimonio, che ammonta a 100 milioni di dollari, viene ereditata dal figlio William Henry.