PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI
Omero: È il nono anno della guerra di Troia. Da un lato i Greci o Achei, guidati da Agamennone e dall’invulnerabile Achille e sostenuti dalla dea Atena; dall’altro i Troiani, guidati dal valoroso Ettore, figlio del re Priamo, e sostenuti dal dio Apollo.
L’IRA DI ACHILLE
Omero: Agamennone ha fatto schiava Criseide, figlia del sacerdote di Apollo. Questi, per punire l’affronto, ha inviato la peste nel campo acheo. Il flagello terminerà solo con la liberazione di Criseide.
Agamennone: Consento a renderla, se questo è meglio; io voglio sano l’esercito, e non che perisca. Però un dono, subito, preparate per me.
Achille: Gloriosissimo Atride, avidissimo sopra tutti, come ti daranno un dono i magnanimi Achei?
Agamennone: Intanto il tuo dono tu l’hai. Ma se mi daranno un dono i magnanimi Achei, adattandolo al mio desiderio, che faccia compenso, sta bene; se non lo daranno, io stesso verrò a prendere il tuo.
Omero: Agamennone dichiara che rilascerà Criseide ma che si prenderà in cambio la schiava di Achille. Questi furioso vorrebbe uccidere Agamennone, ma viene fermato dalla dea Atena. Decide allora di abbandonare la guerra.
ETTORE E ANDROMACA
Omero: A Troia, prima di una battaglia, Ettore saluta la moglie Andromaca e il figlio Astianatte.
Andromaca: Misero, il tuo coraggio ti ucciderà, tu non hai compassione del figlio così piccino, di me sciagurata, che vedova presto sarò. Rimani qui sulla torre.
Ettore: Ho troppo rossore dei Troiani, delle Troiane lungo peplo, se resto come un vile lontano dalla guerra. Giorno verrà che Troia sacra perisca. Ma non tanto dolore io ne avrò per i Troiani quanto per te, che qualche Acheo chitone di bronzo trascinerà via piangente.
Ettore: Zeus, e voi numi tutti, fate che cresca questo mio figlio, così come io sono, distinto fra i Troiani.
PATROCLO E ACHILLE
Omero: I Troiani prendono il sopravvento e si spingono fino alle navi achee.
Patroclo, intimo amico di Achille, prega l’eroe di tornare a combattere, ma inutilmente.
Patroclo: Tutti coloro ch’erano prima i più forti giacciono tra le navi o colpiti o feriti, e tu sei insensibile, Achille. Permetti ch’io vesta l’armi tue sulle spalle e credendomi te fuggano dalla battaglia i Troiani.
Achille: Vesti tu sulle spalle le mie nobili armi, ma segui per intero il consiglio che ti metto nel cuore. Cacciati i nemici dalle navi, ritorna.
MORTE DI PATROCLO
Omero: Alla vista delle armi di Achille sotto le quali si cela Patroclo i Troiani fuggono. Patroclo, imprudente, insegue Ettore, ma Apollo compare e lo colpisce, facendogli cadere l’elmo.
Ettore: Patroclo, tu speravi d’abbattere la nostra città. Pazzo! Achille, per forte che sia, non ti potrà proteggere.
Patroclo: Sì, Ettore, adesso vantati. Altro ti voglio dire e tientelo in mente: cadrai per mano di Achille.
ETTORE CONTRO ACHILLE
Omero: Achille, sconvolto dalla morte di Patroclo, torna a combattere per vendicarlo. I Troiani si rifugiano in città, resta solo Ettore ad affrontarlo.
Ettore: Adesso il cuore mi spinge a starti a fronte, debba io vincere o essere vinto. Io non intendo sconciarti orrendamente, se Zeus mi darà forza e riesco a strapparti la vita; ma quando, o Achille, t’abbia spogliato l’inclite armi, renderò il corpo agli Achei: e anche tu fa’ così.
Achille: Fra di noi non ci saranno patti. Pagherai tutte insieme le sofferenze dei miei, che uccidesti infuriando con l’asta.
ACHILLE E PRIAMO
Omero: Il re Priamo, padre di Ettore, si reca all’accampamento nemico per riscattare il corpo del figlio che Achille ha portato con sé.
Priamo: Io sono infelice del tutto, che generai forti figli nell’ampia Troia, e non me ne resta nessuno. E quello che solo restava, che proteggeva la rocca e la gente, tu ieri l’hai ucciso, mentre per la sua patria lottava
Ettore: per riscattarlo da te, ti porto doni infiniti.
Omero: Achille, commosso dal dolore di Priamo, gli rende il corpo del figlio.
I FUNERALI DI ETTORE
Omero: Achille, in segno di rispetto, accorda ai Troiani 11 giorni di tregua per celebrare gli onori funebri di Ettore.
FINALE
Achille: L'Iliade è un poema in 24 libri composto nell’VIII secolo a. C. dal leggendario poeta Omero.
Omero: Dei dieci anni della guerra di Troia, ho raccontato 51 giorni, ricchi di gesta gloriose, di ira e di pietà.