Krzysztof Kieślowski è un regista polacco. Autore di un cinema raffinato e profondo, concentra la sua attenzione sui temi del destino e delle scelte individuali. Ciò che gli interessa è indagare la complessità della vita. Kieślowski nasce a Varsavia, capitale della Polonia, il 27 giugno del 1941. Gli anni dell’adolescenza sono segnati dalle difficoltà economiche e dalla morte del padre. Dopo il diploma in pittura scenografica per il teatro, prosegue gli studi presso la Scuola superiore di cinema di Lodz. Qui, nel 1969, ottiene la laurea in regia.

I primi passi li muove come documentarista: nel 1971 realizza Operai ’71, testimonianza di uno sciopero soppresso a Danzica da parte delle autorità polacche. Nel 1979 gira il lungometraggio di finzione Il cineamatore, storia di un giovane padre e della sua passione per il cinema. Il film vince il primo premio al Festival di Mosca. Ma è nei due film successivi, Destino cieco e Senza fine, che il regista polacco fissa i temi che caratterizzeranno tutta la sua poetica.

Entrambi i lavori parlano dei misteri che governano il caso e del persistere della memoria, e segnano l’avvio della collaborazione con lo sceneggiatore Krzysztof Piesiewicz e il musicista Zbigniew Preisner. Nel 1989 Kieślowski realizza il suo capolavoro: Il decalogo, una personale riflessione in chiave laica sul significato dei dieci comandamenti divini della tradizione ebraico-cristiana. In dieci brevi film per la televisione, Kieślowski racconta le vite di alcuni condomini alla prese con piccole e grandi scelte morali.

Delicato e misterioso, il successivo La doppia vita di Veronica, è un tentativo di scavare nel profondo dell’animo umano. La storia è quella di due donne fisicamente identiche, che pur non conoscendosi, avvertono l’una la presenza dell’altra. Come lo stesso Kieślowski, entrambe le protagoniste soffrono di problemi al cuore. Altro grande successo internazionale è la celebre trilogia dei tre colori. Dedicata ai colori della bandiera francese e realizzata tra il ’93 e il ‘94, si compone di tre film che ruotano intorno ai concetti di libertà, uguaglianza e fraternità.

Per Kieślowski, vincitore di un Leone d’oro a Venezia, è l’occasione per lavorare insieme a grandi nomi del cinema francese come Juliette Binoche e Jean-Louis Trintignant. Nel 1994 Kieślowski annuncia l’intenzione di voler lasciare il cinema per dedicarsi alla sua vita privata. Negli anni seguenti, tuttavia, comincia a interessarsi alla realizzazione di una nuova opera cinematografica tratta dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Il progetto, però rimane incompiuto: il 13 marzo del 1996, a 54 anni, Kieślowski viene stroncato da un attacco di cuore.



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