Lo scorpione è un invertebrato appartenente alla classe degli Aracnidi.
Ne esistono circa 1300 specie, che vivono soprattutto nelle regioni temperate, tropicali e desertiche di tutto il pianeta.
Misura in media tra i 6 e i 12 cm di lunghezza, ma alcune specie, come il Microbuthus pusillus, sono lunghe pochi millimetri. La più grande, invece, il Pandinus imperator, tocca i 18 cm.
Presenta 8 zampe a cui si aggiungono i pedipalpi, due arti anteriori dotati di chele. L’addome termina con una sorta di coda munita di aculeo, con cui lo scorpione inietta il suo veleno nelle prede.
I suoi principali organi percettivi sono i peli posti sugli arti, sensibili al minimo movimento dell’aria. Sul ventre, poi, dispone di organi sensoriali detti pettini con cui rileva le vibrazioni e la conformazione del terreno.
Gli scorpioni sono predatori notturni e solitari. Si nutrono di insetti, lucertole e anche piccoli mammiferi come i topi.
Le loro armi sono le chele e soprattutto il veleno, che attacca il sistema nervoso delle vittime. Generalmente, la puntura di scorpione non è mortale per gli umani, ma il veleno dell’Androctonus australis ha effetti potenzialmente letali.
Lo scorpione non ha denti e, prima di ingerirle, sminuzza le prede con i cheliceri, due piccole appendici vicine alla bocca.
Il corteggiamento consiste in una danza, in cui il maschio e la femmina si stringono le chele. Il maschio lascia sul suolo il proprio seme, in una capsula che viene poi raccolta dalla femmina.
Questa, dopo una gravidanza lunga anche più di un anno, dà alla luce in media una trentina di piccoli, che restano con la madre per qualche settimana, arrampicati sul suo dorso.
L’uomo ha sempre guardato lo scorpione con timore e fascinazione.
Nell’antico Egitto lo scorpione è associato alla dea Selkis, protettrice dei guaritori.
Nella mitologia greca, invece, la dea Artemide se ne serve per uccidere il cacciatore Orione, che aveva tentato di violentarla. Come ricompensa, l’animale viene poi trasformato in una costellazione.