Lev Davidodich Bronstein, più noto come Trotsky, è uno dei protagonisti della rivoluzione russa del 1917. Partecipa attivamente alla nascita dell’Unione Sovietica, che condizionerà gli equilibri del mondo per 70 anni. E’ il fondatore dell’Armata Rossa, l’esercito del nuovo stato sovietico. Trotsky nasce il 7 novembre 1879 a Ianovka, in Ucraina, uno dei Paesi sotto il controllo della Russia. Alla fine dell’800, l’impero russo attraversa una crisi profonda. Sul trono della Russia c’è lo zar Nicola II. Il popolo soffre la fame, ma ogni tentativo di rivolta e' represso nel sangue. Tra il 1898 e il 1905 Trotsky e' arrestato tre volte per la sua attivita' contro l'impero zarista. E’ in prigione che sceglie il soprannome di Trotsky, ispirato al nome di uno dei suoi carcerieri.

Nel 1907, mentre sconta la terza condanna, Trotsky evade e fugge all’estero. Per 10 anni viaggia tra l’Europa e gli Stati Uniti lavorando come giornalista per diverse testate. Nel 1917 in Russia scoppia la rivoluzione. Deposto lo zar Nicola II, il potere viene preso dai bolscevichi che si ispirano ai principi di libertà e uguaglianza del socialismo. Il capo dei bolscevichi è Lenin. Trotsky entra nel Partito Bolscevico, dove si distingue per il suo carisma e la sua cultura. Nel 1918 Lenin nomina Trotsky commissario di guerra e gli affida il comando dell’Armata Rossa. Il compito di Trotzky e' eliminare le forze armate che nel paese sono ancora fedeli allo zar, chiamate l'esercito bianco. Per due anni Trotzky segue ogni fase della guerra a bordo di un treno che viaggia su un fronte di 8000 km.

Grazie alla guida di Trotsky, l’Armata Rossa trionfa sui nemici della rivoluzione. Il 30 dicembre del 1922 nasce ufficialmente l’Unione Sovietica. Nel 1924 Lenin muore. I suoi eredi sono Trotsky e un altro bolscevico, Joseph Stalin. Stalin vuole che la rivoluzione rimanga nei confini sovietici. Trotsky, invece, sogna di esportare il modello sovietico anche all’estero, per liberare gli oppressi di tutto il mondo. E’ la teoria della rivoluzione permanente. Una sfida di idee ma soprattutto di potere. Nel 1927 Stalin ha la meglio: Trotsky e' espulso dal Partito e deportato in Kazakistan. Due anni dopo deve lasciare l’Unione Sovietica. Nel 1936 si stabilisce in Messico dove continua a denunciare Stalin e lo stalinismo come tradimento della Rivoluzione d'ottobre. Il 20 agosto 1940, nella sua casa di Città del Messico, Trotsky muore a 61 anni ucciso da un sicario di Stalin che lo colpisce al cranio con una picozza.
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