Andrej Ždanov è un politico russo. È considerato il principale sostenitore del Realismo socialista, corrente artistica ufficiale dell’Unione Sovietica. Nasce il 26 febbraio 1896 a Mariupol, in Ucraina, al tempo parte dell’impero russo. A 19 anni si unisce ai bolscevichi, corrente maggioritaria e radicale dei socialisti russi, guidata da Lenin. Nel ‘17 partecipa alle rivoluzioni che pongono fine allo zarismo e portano al potere i bolscevichi. La Russia diventa uno Stato socialista, e nel 1922 nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Alla morte di Lenin, il potere viene preso da Stalin: è il 1924, Ždanov inizia la propria ascesa. Per dieci anni è segretario provinciale del Partito comunista sovietico a Nižnij Novgorod, nella Russia centrale, e nel 1934 partecipa al primo Congresso degli scrittori sovietici come uomo di fiducia di Stalin. Qui Ždanov contribuisce alla nascita del Realismo socialista, cui gli autori sovietici sono tenuti a uniformarsi: gli scrittori devono essere al servizio del popolo, del partito comunista e della causa socialista. I temi ricorrenti diventano la lotta di classe, l’alleanza tra contadini e operai, la storia del movimento operaio e la vita quotidiana dei lavoratori.
Sempre nel 1934 Ždanov è segretario del Partito comunista a San Pietroburgo: prende il posto di Sergej Kirov, che è fra le vittime dei numerosi omicidi politici ordinati da Stalin, le cosiddette “purghe”. Ždanov si rivela uno degli uomini più vicini al leader sovietico: dopo alcuni incarichi di responsabilità nelle province di confine, nel corso della Seconda guerra mondiale è incaricato della difesa di San Pietroburgo dall’avanzata dei tedeschi. Nel 1945, al termine del conflitto, è nominato presidente del Soviet supremo, la massima istituzione sovietica.
L’anno successivo diventa responsabile della Cultura: Ždanov allarga la dottrina del Realismo socialista a tutte le discipline artistiche, la rende l’unica arte accettata dal regime sovietico, e perseguita chi non vi aderisce. È il cosiddetto ždanovismo: numerosi artisti sono costretti al silenzio o all’espatrio, altri deportati in campi di concentramento. Verranno perseguitati, tra gli altri, il compositore Dmitrij Šostakovič e gli scrittori Anna Achmatova e Mikhail Zoshchenko.
Nel 1947 Ždanov è tra gli organizzatori del Cominform, comitato internazionale che ha lo scopo di coordinare le informazioni tra i partiti comunisti dei vari Paesi europei.
È uno dei suoi ultimi impegni: Ždanov muore a Mosca il 31 agosto 1948, all’età di 52 anni. Secondo i vertici del regime sovietico la morte è dovuta ad un complotto dei suoi medici, ma alcuni storici sostengono che la sua scomparsa è da imputare proprio a Stalin, preoccupato dal crescente potere di Ždanov.