Kurt Gödel è un logico e matematico di origine ceca, noto per aver enunciato i due teoremi di incompletezza. Nasce il 28 aprile 1906 a Brno, città che in questi anni appartiene all’Impero Austro-Ungarico. Nel 1924 si iscrive all'Università di Vienna per studiare matematica e filosofia. In questi anni matematici e logici sono alle prese con la cosiddetta crisi dei fondamenti della matematica. La matematica, infatti, è giunta di recente a esiti che hanno messo in discussione i principi su cui essa si è sempre fondata. Questi principi erano di natura intuitiva, come per esempio l’idea di numero. Ma l’evidenza intuitiva di questi concetti non basta più.
Gli studiosi tentano perciò di elaborare come base per la matematica un sistema assiomatico formale, cioè un sistema che proceda esclusivamente secondo formule e regole logiche coerenti tra loro. Tali tentativi subiscono però un duro colpo quando nel 1931 Gödel enuncia i due teoremi dell’incompletezza. Con il primo teorema, infatti, Gödel dimostra che un sistema assiomatico formale basato sui numeri naturali può contenere una formula che non può essere dimostrata né confutata. Il secondo teorema, invece, afferma che un sistema formale coerente, come quello dell'aritmetica elementare, non può dimostrare la sua stessa coerenza.
Lo studio è di portata eccezionale e rivoluziona la matematica e la logica. Con i teoremi di Gödel cadono infatti i presupposti per un formalismo matematico universale, che da allora non viene perseguito. Nel 1940, Gödel si trasferisce negli Stati Uniti dove gli viene offerta una cattedra all’università di Princeton. Qui Gödel prosegue i suoi studi e, insieme all'ungherese John Von Neumann e allo svizzero Paul Isaak Bernays, sviluppa il sistema assiomatico della teoria degli insiemi che svolgerà un importante ruolo nello sviluppo della logica matematica. In questi anni si dedica anche alla dimostrazione dell’esistenza di Dio su basi logiche. Personalità fortemente tormentata, Gödel conduce una vita schiva e in disparte. Nel corso del tempo le manie di persecuzione e l’ipocondria che da sempre lo affliggono peggiorano fino a compromettere la sua salute. Si spegne il 14 gennaio 1978 a Princeton, a 71 anni, lasciandosi morire di fame. È ritenuto il più grande logico del ‘900.