Domenica 5 maggio 2002. Ultima giornata di serie A. Si assegna lo scudetto. In corsa sono rimaste tre squadre, ma la grande favorita è l’Inter di Ronaldo e Vieri, che a 90 minuti dal termine ha un punto di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. I nerazzurri non si laureano campioni d’Italia da 13 anni e l’appuntamento con la storia è all’Olimpico di Roma. Serve un successo sulla Lazio. Lo stadio è colmo di interisti, che ricevono anche l’appoggio del pubblico biancoceleste, in aperto contrasto con la dirigenza e da tempo in ottimi rapporti con la tifoseria nerazzurra. Per la Lazio di Zaccheroni, settima in classifica, cercare un piazzamento Uefa in simili condizioni sembra un’impresa. Anche perché l’Inter prende in mano subito la partita. E al 12esimo minuto passa in vantaggio. E’ Bobo Vieri a punire un errore del portiere Peruzzi. Sembra fatta.

I nerazzurri, però, non avevano messo in conto Karel Poborsky, alla sua ultima partita con la maglia biancoceleste. Il giocatore ceco si avventa come un falco sull’assist a centroarea del compagno Fiore: Toldo è battuto e il risultato torna in parità sull’1-1. La Lazio, tuttavia, non sembra molto concentrata in difesa. E Couto concede un corner. Stavolta il colpo vincente è di Gigi Di Biagio. I timori interisti sembrano passati. Ma prima dello scadere del primo tempo Vratislav Gresko, gestisce male di testa un retropassaggio per Toldo. E’ ancora Poborsky a punire l’Inter: 2-2. I nerazzurri escono dal campo in preda al panico. Serpeggia la paura di non farcela. Al rientro in campo l’allenatore Cuper non trova il modo per riaccendere la squadra. E al 55esimo minuto nuovo choc: Simeone di testa porta in vantaggio la Lazio: 3-2. Anche l’argentino, che per due anni ha vestito la maglia dell’Inter, sembra non credere a quello che sta accadendo.

Tempo per recuperare ce n’è, ma l’ansia impedisce di ragionare. L’Inter crolla psicologicamente. Sbanda. Concede troppi spazi. E in contropiede Simone Inzaghi rende l’incubo nerazzurro realtà: 4-2. La Juventus vince a Udine 2-0 e diventa campione d’Italia. La Roma, battendo il Torino 1-0, chiude seconda. L’Inter, favorita, chiude il campionato addirittura al terzo posto. Le lacrime di Ronaldo, il giocatore più forte del mondo, fanno il giro del pianeta. E diventano la cartolina del match.
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