Berlino, 9 luglio 2006. Dopo 24 anni di attesa l’Italia vince il Mondiale di calcio per la quarta volta. L’Italia si presenta in Germania mentre il calcio italiano è scosso da un grave scandalo. I dirigenti di una delle principali squadre, la Juventus, sono accusati di aver esercitato indebite pressioni sugli arbitri per ottenere favori sul campo. Nello scandalo sono coinvolte anche squadre come Lazio, Fiorentina e Milan. In Italia l’indignazione è enorme: da più parti si chiede addirittura che la Nazionale non partecipi al Mondiale. I giocatori e l’allenatore Lippi però sono più che mai intenzionati a giocare e a vincere per riscattare il calcio italiano.

L’Italia supera il girone eliminatorio, gli ottavi e i quarti di finale, facendo affidamento soprattutto su una difesa impenetrabile guidata dal capitano Cannavaro e dal portiere Buffon. In semifinale l’Italia incontra la squadra di casa, la Germania, una rivale storica. La partita è equilibrata e si arriva ai supplementari. L’Italia sfiora il gol colpendo per due volte i legni della porta tedesca.
L’allenatore Lippi non vuole andare ai rigori: al Mondiale l’Italia dal dischetto ha sempre perso, mentre la Germania ha sempre vinto. Perciò Lippi decide di attaccare il più possibile. La scelta lo premia: a due minuti dalla fine la palla arriva sul sinistro di Grosso, che indovina una traiettoria vincente. I Tedeschi provano a reagire, ma vengono annichiliti da un letale contropiede italiano: è il 2 a 0 di Del Piero.

A Berlino l’Italia affronta la Francia, contro cui ha perso nel 2000 la finale dell’Europeo, trafitta da un gol di Trezeguet. È l’occasione della rivincita, ma dopo pochi minuti Zidane, che gioca la sua ultima partita, porta in vantaggio la Francia su rigore. L’Italia però pareggia con Materazzi. Poi Toni va vicino al raddoppio, ma viene fermato dalla traversa. Nel secondo tempo la Francia prende il sopravvento, anche se è l’Italia a sfiorare il vantaggio con un gol annullato per un dubbio fuorigioco. Si va ai supplementari e qui è il portiere Buffon a salvare l’Italia parando un colpo di testa di Zidane. Lo stesso Zidane poco dopo si fa espellere per un fallo di reazione su Materazzi: è l’epilogo amaro di una carriera straordinaria. Si arriva ai calci di rigore. Dagli 11 metri l’Italia ha già perso un Mondiale, nel 1994 contro il Brasile. La tensione è alta. I primi 3 rigoristi trasformano, ma il quarto, Trezeguet, proprio il giocatore decisivo nella vittoria francese nel 2000, centra la traversa. Nessun altro fallisce e si giunge all’ultimo rigore. Sul dischetto si presenta Grosso, chiamato al tiro più importante della sua carriera. Non sbaglia.
L’Italia è Campione. Il trionfo italiano dimostra come nel calcio la coesione del gruppo e la tenacia nei momenti di crisi consentano di raggiungere qualsiasi obiettivo.



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