Dicembre 1911. Alcuni uomini ricoperti da pelli di foca avanzano nell’immensa distesa bianca dell’Antartide. È in corso una sfida tra due spedizioni: quella guidata dal norvegese Roald Engelbert Amundsen, e quella capitanata dal britannico Robert Falcon Scott. Entrambe lottano per realizzare un’impresa apparentemente impossibile: raggiungere il Polo Sud. All’inizio del Novecento, gran parte del pianeta è ormai stato esplorato. L’ultimo baluardo da conquistare rimane il Polo Sud, al centro del continente antartico. Amundsen e Scott sanno di perseguire il medesimo obiettivo. Solo uno di loro, però, riuscirà ad arrivare per primo. Per compiere l’impresa i due esploratori scelgono strategie differenti. Scott fissa il campo base a Capo Evans. Amundsen, invece, stabilisce come punto di partenza la Baia delle Balene, un centinaio di chilometri più vicino al Polo Sud.
Il 19 ottobre 1911 Amundsen lascia il campo base e parte equipaggiato con sci, slitte e 52 cani. Insieme a lui ci sono altri quattro uomini. Quasi due settimane dopo, anche l’esploratore britannico si mette in cammino. È il primo novembre 1911. Scott decide di usare motoslitte, e slitte trainate da pony siberiani: una scelta che si rivelerà ben presto un errore imperdonabile. Le motoslitte, infatti, si dimostrano inaffidabili, mentre i pony non sono in grado di sostenere la fatica della marcia e vengono presto abbattuti. Scott e i suoi quattro compagni sono costretti a proseguire a piedi, trainando le slitte. Nel frattempo Amundsen comincia ad abbattere alcuni cani della spedizione per avere ulteriori scorte di cibo. Sopravvivono solo gli animali necessari per proseguire nell’impresa. Il 14 dicembre 1911, dopo oltre 50 giorni di viaggio e più di 1000 km percorsi, Amundsen e i suoi raggiungono l’obiettivo: sono i primi uomini a conquistare il Polo Sud.
Il 18 gennaio 1912 anche Scott arriva alla meta. Lo attende però una grande delusione: oltre alla bandiera norvegese, trova piantata una tenda e al suo interno una lettera che testimonia la vittoria del rivale. Mentre Amundsen ritorna a casa, per Scott e compagni inizia il tragico epilogo. Scoraggiati ed esausti, uno dopo l’altro muoiono tutti sulla via del ritorno. I corpi vengono recuperati solo alcuni mesi dopo. La conquista del Polo Sud racconta di una tenacia umana pronta a sfidare tutto, persino l’immensità dell’Antartide. Amundsen trionfa e consegna il proprio nome alla Storia. Anche Scott però, l’uomo che muore di freddo e di fame, lascia una traccia indelebile: quella di chi è morto in nome di un sogno.