PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI
Goldoni: Cari spettatori benvenuti nella locanda di Mirandolina.
Questa è lei: una donna intraprendente. I suoi clienti
Tutti la bramano: i suoi clienti il Marchese di Forlipopoli e il Conte d’Albafiorita
Persino il suo Servitore Fabrizio la vorrebbe maritare. Il padre di lei gliel’aveva promessa in sposa ma Mirandolina preferisce rimanere libera. Però gli vuole un gran bene.
Chi di donne invece non ne vuol proprio sapere è il Cavaliere di Ripafratta.
Ma sarà proprio così?
I PRETENDENTI
Goldoni: Eccoli i due pretendenti. Fanno a gara a chi sia il più degno di Mirandolina.
Marchese: Io sono il Marchese di Forlipopoli.
Conte: Ed io il Conte d’Albafiorita.
Marchese: Si, conte! Contea comprata.
IL MISOGINO
Goldoni: Disturbato dal rumore interviene un terzo avventore.
Cavaliere : Cos’è questo rumore? Vi è qualche dissensione fra voi altri?
Conte: Il signor Marchese ama la nostra locandiera. Io l’amo ancor più di lui.
Cavaliere: Una donna vi scompone? Cosa mai mi convien sentire?
Ho sempre creduto che sia la donna per l’uomo una infermità insopportabile.
CAPRICCI
Goldoni: Il Cavaliere è proprio un burbero. Mirandolina non tarda a scoprirlo.
Cavaliere: Padrona. La biancheria che mi avete dato non mi gusta.
Mirandolina: La potrebbe chiedere con un poco di gentilezza.
Cavaliere: Dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti.
Mirandolina: Che uomo salvatico! È nemico delle donne? Con questi mi ci metto di picca. Voglio usar tutta l’arte per vincer quei cuori duri che son nemici di noi, che siam la miglior cosa che abbia prodotto la bella madre natura.
L’AMMALIAMENTO
Goldoni: Mirandolina inizia a tessere la sua trama: vendicherà l’onore delle donne
Mirandolina: A pranzo cosa comanda? Se le piacesse qualche intingoletto…
Cavaliere: Né anche per questo verso vi riuscirà di far con me quello che avete fatto col Conte e col Marchese.
Mirandolina: Che dice della debolezza di quei due cavalieri? Lo facciamo per tenerli a bottega.
Cavaliere: Brava! Mi piace la vostra sincerità.
Mirandolina: Lasci ch’io abbia l’onore di metterlo in tavola.
Cavaliere Sarà buono. Quando lo avete fatto voi, sarà buono. Dammi del vino di Borgogna.
Mirandolina: Bravissimo. Il vino di Borgogna è prezioso.
Cavaliere : Voi siete di buon gusto in tutto.
IL COLPO DI GRAZIA
Goldoni: Il Cavaliere si sta innamorando di Mirandolina e teme per la sua reputazione di cuore duro. Decide allora di lasciare la locanda.
Mirandolina: Ha domandato il suo conto?
Cavaliere: In quattro giorni un trattamento sì generoso. E i piatti di questa mattina?
Mirandolina : Quel ch’io dono non lo metto in conto.
Cavaliere: Ma che avete? Mirandolina. È svenuta. Che fosse innamorata di me? E perché no? Non sono io innamorato di lei?
FABRIZIO
Mirandolina: Fabrizio, portatemi il ferro caldo.
Fabrizio: Per me vi porterei l’acqua colle orecchie. Ma vedo che è tutto gettato.
Mirandolina: Sono forse un’ingrata?
Fabrizio: Voi non degnate i poveri uomini. Vi piace troppo la nobiltà.
Mirandolina: Se vi potessi dir tutto. Questi uomini, più che loro si vuol bene…
Fabrizio: Cosa?
Mirandolina: Questo ferro?
LA DICHIARAZIONE
Goldoni: Assistiamo alla débâcle del Cavaliere.
Cavaliere: Non vorrei esser stato io cagione di quel funesto accidente.
Mirandolina: Eh sì. Mi ha fatto bere quel maledetto vino e mi ha fatto male.
Cavaliere: Non potreste per un poco lasciar di stirare? Vi preme quella biancheria più di me?
Mirandolina: Certo. Di questa me ne ho da servire. Di lei non posso far niente che ella non può vedere le donne.
Cavaliere: Vi siete vendicata abbastanza. Vi stimo, vi amo, e vi domando pietà.
Mirandolina: Un uomo che stamattina non poteva vedere le donne, oggi chiede amore e pietà? Schiatta, impara a disprezzar le donne.
Cavaliere : Maledetto il punto, in cui ho principiato a mirar costei!
NOZZE RISOLUTIVE
Mirandolina: Il Cavaliere è indiavolato. Non ho nessuno che mi difenda. Non ci sarebbe altri che quel buon uomo di Fabrizio. Sarebbe meglio che lo sposassi davvero.
Fabrizio: Chi è che picchia?
Cavaliere : Apritemi!
Conte: Che c’è?
Fabrizio: Il signor Cavaliere di Ripafratta vuol sforzare quella porta.
Cavaliere: Scellerata, la troverò.
Marchese: Che ha?
Conte: È innamorato di Mirandolina.
Cavaliere: Mente chi lo dice.
Mirandolina: Signori, il più certo segno d’amore è quello della gelosia. Caro Fabrizio, a voi in presenza di questi cavalieri vo’ dar la mano di sposa.
Cavaliere: Maledetta, sposati a chi tu vuoi.
Conte: Dica ora di non essere innamorato.
Mirandolina: Fabrizio, vien qui, caro, dammi la mano.
Fabrizio: Piano. Credete ch’io vi voglia sposare?
Mirandolina: Via. È stato uno scherzo. Quando sarò maritata sarò tutta tua. Non dubitare di me.
Fabrizio: Tenete, cara, non posso più.
FINALE
Tutti i personaggi si prendono per mano e ringraziano inchinandosi sul palco illuminato.
Mirandolina: La Locandiera è un testo teatrale scritto da Carlo Goldoni nel 1750. È il simbolo del cosiddetto teatro riformato.
Goldoni: Eh già! Sono stato io a cambiare il volto del teatro popolare italiano: in scena non ci sono più le maschere della Commedia dell’Arte, come Pulcinella, Pantalone o Arlecchino, ma persone e fatti reali: ho portato sul palcoscenico la vostra vita, cari spettatori.