Il bruco è una larva di lepidottero. I lepidotteri sono insetti che prima di raggiungere la forma adulta subiscono un processo di metamorfosi, mutando più volte aspetto e modalità di sussistenza nel corso del loro ciclo vitale. I lepidotteri più noti sono le farfalle ma ne esisono più di 150.000 specie diffuse in tutto il mondo. Quando un uovo di lepidottero si schiude ciò che nasce è il bruco. Il bruco ha un corpo molle e vermiforme, ricoperto da un rivestimento esterno, il tegumento. Man mano che cresce, il bruco cambia tegumento mediante un processo detto muta. Il tegumento è protetto da peli che hanno funzione sensoriale e talvolta urticante, ed è diviso in piccoli segmenti articolati in modo da consentire al bruco di flettersi quando si muove.

Il corpo del bruco è diviso in 3 regioni: capo, torace e addome. Nel capo sono situati 6 paia di occhi, delle piccole antenne, e potenti mandibole per triturare il cibo. È dotato di 8 paia di zampe: dal torace ne partono 3 paia con cui afferra il cibo. Per spostarsi, invece, utilizza le 5 paia posteriori. Il bruco è molto vorace. In genere si nutre di foglie, ma alcune specie si nutrono scavando una piccola galleria all’interno di un frutto o nel fusto di piante come il mais. Altre ancora si cibano di legno. Il bruco è preda di uccelli, rettili e altri insetti. Per difendersi, si mimetizza confondendosi col colore delle foglie o assumendo la forma di fiori o piccoli rami. Alcune specie producono anche secrezioni urticanti. Una volta giunto al termine della fase larvale, il bruco inizia una nuova metamorfosi, detta crisalide o pupa: cessa di alimentarsi ed entra in uno stato di inattività durante il quale acquisisce ali, zampe e antenne e si trasforma in un insetto adulto.

Il bruco è tradizionalmente considerato il simbolo della trasformazione e della rinascita. Per lo scrittore inglese Lewis Carroll il bruco rappresenta la contraddizione. Nel suo romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie, il personaggio del Bruco azzurro non fa che contraddire Alice: avendo lui stesso soltanto forma provvisoria perché in attesa di trasformarsi in farfalla, non concede certezze definitive nemmeno alla sua piccola interlocutrice.
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