L’apparato respiratorio è l’insieme degli organi che permettono al corpo umano di assorbire ossigeno e di espellere anidride carbonica. L’ossigeno è il gas incolore e inodore che compone circa un quinto dell’aria intorno a noi. Si tratta di una sostanza fondamentale per il funzionamento del nostro organismo. L’anidride carbonica è il gas di scarto prodotto dai processi chimici all'interno delle cellule. L’aria, carica di ossigeno, entra nel corpo dal naso e, in misura minore, dalla bocca. Poi attraversa due canali chiamati faringe e laringe. Scende quindi lungo un grosso condotto: la trachea. All’altezza del torace, la trachea si divide in due biforcazioni: i bronchi. A loro volta, i bronchi si diramano in numerosi canali più stretti, i bronchioli.
I bronchi portano l’ossigeno a due grandi organi chiamati polmoni, che si trovano all’interno del torace. Ogni polmone è formato da circa 300 milioni di piccole sacche, dette alveoli polmonari. All’interno degli alveoli l’ossigeno viene ceduto al sangue, che lo porterà ad ogni cellula del corpo. L'ossigeno viene utilizzato dalle cellule che rilasciano invece anidride carbonica, inutile per il corpo umano. Quindi è necessario espellerla. In questo caso è il sangue che porta l’anidride carbonica ai polmoni. Qui, l'aria carica di anidride carbonica viene pompata fino al naso e alla bocca, dove viene espulsa. L’atto di far entrare l’ossigeno nel corpo si chiama inspirazione. L’atto di far uscire l’anidride carbonica si chiama espirazione. La sequenza di un’inspirazione e di un’espirazione si chiama atto respiratorio.
In condizioni normali, un essere umano compie circa 15 atti respiratori al minuto. I responsabili dell’atto respiratorio sono i muscoli che avvolgono i polmoni. Il più importante è il diaframma, che si trova all’altezza del petto. Molti popoli antichi riconoscevano nel respiro il soffio vitale, l'essenza stessa della vita. Il primo che si avvicina alla comprensione scientifica del meccanismo respiratorio è Galeno, uno studioso greco del II secolo dopo Cristo. Secondo le sue teorie, la respirazione ha lo scopo di trasportare fino al cuore un’essenza vitale, che Galeno chiama pneuma. Ma bisogna aspettare il 1628 perché il medico inglese William Harvey descriva con esattezza la circolazione del sangue. Gli studi di Harvey aprono la strada a una conoscenza corretta della respirazione.